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Etero confusi o gay che aspettano troppo?

Fasi, forse di passaggio o forse no, segnate dal timore di fare la mossa sbagliata o perdere tempo a fare quella giusta. Ma non è mai troppo tardi per fare i conti con se stessi.

Annuncio su un sito internet: “Ciao, siamo A e P, di 39 e 41 anni, stiamo cercando un terzo ragazzo da inserire per formare un trio affiatato. Siamo etero ed alla prima esperienza, cerchiamo solo sesso soft, il resto si vedrà in seguito. Vogliamo provare l’emozione di tenere due piselli duri in mano contemporaneamente (ecc.) Se ti riconosci in questo annuncio contattaci con foto, siamo molto riservati, puliti e per questo estremamente selettivi. No a gay, trans, maniaci e navigati, solo gente seria. Non ci interessa il sesso per il sesso, ma una complicità da costruire in tre e magari un domani anche in quattro…”

Qualcuno non è d’accordo sull’uso di certi termini: “Per quanto si resti al di fuori da classificazioni, una persona libera da costrizioni che spontaneamente ricerca un rapporto con una persona dello stesso sesso non si può definire eterosessuale, è una contraddizione! Un quadrato non potrebbe mai essere uguale a un cerchio!”. Ma non è la terminologia e nemmeno la sincerità che mi interessano, bensì  quelle che io chiamo le ‘metamorfosi’ sessuali: cosa siamo, cosa possiamo diventare (o diventiamo senza volerlo) e cosa proviamo nel momento in cui ci rendiamo conto di quel qualcosa di ‘diverso’ in noi: diverso dagli altri, diverso da prima, diverso da quello che credevamo e magari che vorremmo.

Per qualcuno, forse, si tratta di un periodo di ‘transizione’: “A me è capitato di intrecciare una relazione con un uomo sposato. Essendoci alla base un forte legame di amicizia , lui si è confidato sul significato delle nostre gesta. Così facendo ha rafforzato il suo legame con la moglie e riscoperto il significato profondo del loro legame. La relazione stretta con me non aveva fondamenti affettivi ma solo il  mettersi alla prova per sfogare forse un desiderio sognato e mai manifestato”.

Per molti giovani, il periodo di transizione viene vissuto insieme, mascherato da amicizia, da trasgressione, senza capire che direzione stiano prendendo: “Ho sempre avuto ragazze ma da un anno a questa parte ho reso esplicita una focosa attrazione per i ragazzi, la voglia d’un contatto più intimo specie col mio migliore amico, famoso per la sua ferma e libertina eterosessualità ma che mi ha confidato di provare le stesse sensazioni. Una sera mi ha baciato, ma eravamo tutti e due sotto sostanze stupefacenti. Secondo bacio dopo qualche mese, ma sempre sotto l’effetto di droghe. Ora non so se baciarlo quando ne ho voglia o tacere e non rovinare il nostro rapporto d’amicizia…”

Una situazione molto eccitante e coinvolgente ma complicata dal fatto che, all’indagine sulla propria sessualità, si affianca l’interesse per un’altra persona in via di definizione. Se già ogni relazione è difficile, figuriamoci quella tra due adolescenti ancora così dubbiosi. Di fatto, si può rispondere che c’è tempo, che non bisogna avere fretta di trovare la risposta, come ci mostra chi ha capito che non mai è tardi per fare chiarezza dentro di sé e con gli altri. E’ una storia più lunga quella che segue, ma la trovo così bella che mi spiacerebbe tagliuzzarla. Non si sa mai, potrebbe anche essere utile a qualcuno…

“Ora che ho 42 anni so perfettamente da che parte stare. Ma non è stato facile. Sono cresciuto in un paesucolo di 3000 anime e di amicizie o frequentazioni gay nemmeno l’ombra. Ammetto pure di aver schernito loro (e me stesso) più volte. Ma sin da adolescente, negli spogliatoi della ragioneria durante l’ora di ginnastica a scrutare le mutande dei compagni piuttosto che a guardare riviste porno etero, sulle quali "registravo" con tutti i sensi del mio corpo solo il membro maschile, ero conscio della mia propensione verso persone del mio stesso sesso. Mi sono fidanzato con una donna a 29 anni e ho convissuto con lei per 8. Di sesso molto poco, quasi per nulla. Nel frattempo ho perso la testa per un amico (il quale ha passato il suo addio al celibato a letto con me, e la settimana dopo ero sull’altare, con la mia donna, a testimoniare il suo giuramento!).

 Poco tempo dopo la mia donna mi ha lasciato, avendomi trovato in tasca biglietti di una sauna… Sino ad un anno fa ho rivisto l’amico, lui sempre e solo sotto l’effetto della coca, che lo portava a cercarmi nelle ore più impensate ed io pronto a raggiungerlo. Non ha mai voluto baciarmi, tantomeno abbracciarmi, mi ha sempre redarguito dal parlare dei nostri incontri anche solo per sms. Un anno fa mi sono finalmente innamorato del mio compagno col quale ho attraversato l’anno più bello della mia vita e col quale ho seri progetti di acquistare una casa nostra a brevissimo. L’ho incontrato per caso, erano ormai 3-4 anni che frequentavo le chat, e saltuariamente saune e locali gay, ma senza fortuna o risultato. Del resto non facevo nulla di concreto per averne. Ed anche con lui mi ero proposto solo per una nottata di sesso, usando in chat un nick provocatorio ed assolutamente dissuadente rispetto ad eventuali altrui intenzioni di relazionarsi con me seriamente. L’esatto contrario di ciò che volevo, in effetti. Ed è accaduto quello che entrambi volevamo, aldilà di quanto potesse apparire.

L’ho accolto in casa con un film porno in proiezione ed in accappatoio, in linea con quanto prospettato, ma non se ne è più andato. Ci siamo innamorati e siamo felicissimi. L’amico ‘etero’, da quando è a conoscenza della mia relazione, non l’ho più visto, al telefono è molto formale e continua a chiamare il mio uomo ‘l’amico’, non mi ha mai chiesto di vederlo e più di una volta mi ha detto "secondo me ti reinnamorerai di una donna, è solo uno svarione passeggero". So per certo che non avverrà. E sono felice, finalmente e per davvero. Ciao e grazie per avermi letto. Un abbraccio.
…Ah, dimenticavo: nel frattempo la mia ex ha liberato la propria omosessualità, sta con una splendida donna ed entrambe sono ottime amiche mie e del mio compagno. Spesso usciamo al ristorante in quattro…”.

Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.

Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.Per scrivere a Flavio Mazzini clicca qui

 

di Flavio Mazzini