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ETERO CONTRO GAY

USA, torna l’intolleranza sul lavoro. I dipendenti di alcune società, licenziati perché si sono rifiutati di adeguarsi alle norme anti-discriminatorie, fanno causa all’azienda. A suon di milioni.

NEW YORK – Sul lavoro, scoppia la guerra tra gay e etero, che chiedono il diritto di rifiutarsi di rispettare i colleghi omosessuali. Le società americane decise a creare un buon ambiente di lavoro eliminando ogni possibile discriminazione verso i dipendenti gay iniziano a fare i conti con la risposta dei lavoratori eterosessuali che le accusano di eccessiva tolleranza e di forme di violazione del loro senso religioso.

Negli ultimi mesi – come riportato dal Wall Street Journal – tre grandi società come la Eastman Kodak, Verizon e At&t, sono state oggetto di azioni legali da parte di dipendenti che le accusano di averli licenziati per non avere voluto aderire, per scelte personali, alle politiche di accettazione degli omosessuali sul posto di lavoro. Politiche, queste, sempre più in uso nelle aziende statunitensi in cui è cresciuta sia quantitativamente che gerarchicamente la presenza di dipendenti gay.

Ultima ad affrontare la questione, in ordine di tempo, è stata la casa produttrice di pellicole fotografiche Eastman Kodak, chiamata in giudizio da un dipendente che la ha accusata di averlo licenziato dopo avere ricevuto via e-mail (insieme ad altri dipendenti) un invito a parlare con i dipendenti omosessuali delle loro inclinazioni sessuali per favorire un buon clima aziendale cui era stato risposto con un contro-invito a non inviargli materiale ritenuto "offensivo e disgustoso". Contro-invito rispedito a tutti i mille destinatari della prima missiva.

Cosa che, dopo il rifiuto delle scuse da parte del dipendente, avrebbe fatto scattare il licenziamento: chiunque può manifestare le proprie idee – spiega l’azienda – ma a un proprio superiore e non a un intero stabilimento.

In casa Verizon, invece, l’azione legale verso l’azienda (depositata presso un tribunale di New York) è partita dopo che una dipendente ha accusata la compagnia telefonica di averla punita per essersi rifiutata di aderire, per motivi religiosi, al codice di condotta della società che invita a rispettare i gay.

Motivazione simile anche per la causa aperta, innanzi a una corte di Denver, da un lavoratore di At&t che denuncia di essere stato licenziato dopo essersi rifiutato di aderire ai paragrafi del manuale aziendale relativi all’invito a rispettare e a valutare le differenze tra tutti i dipendenti, inclusi gli orientamenti sessuali.