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Famiglia Cristiana: gay non figli di un Dio minore

Il direttore di Famiglia cristiana, don Antonio Sciortino, dà un’incoraggiante risposta ad una lettrice che gli scrive della “vita di sofferenze” causatele dall’essere omosessuale.

ROMA – “Anche se private del matrimonio e dei figli, le persone omosessuali hanno pienamente diritto a non sentirsi figli di un Dio minore”. E’ questa la conclusione della riposta che
“Sono credente – afferma ‘una ventennè – ma non capisco l’atteggiamento della Chiesa verso l’omosessualità. Se un giorno troverò una persona con cui costruire una relazione d’amore, io vorrò avere anche dei rapporti fisici. La vita è una e irripetibile: voglio essere libera d’essere me stessa. Senza sensi di colpa, nè paure”.
“Ascoltiamo con rispetto questa voce – risponde il direttore del settimanale – consapevole e dolente per la strada estremamente ardua che le è toccata in sorte. E’ fiera del suo essere – come persona umana, come donna, come donna destinata all’amore, come tutti, anche se per lei non potrà che essere un amore iscritto nella ‘diversita” – pur senza eccedere in quegli accenti provocatori che caratterizzano il ‘gay pride’. Cresce il numero dei credenti che rivendicano, come la nostra lettrice, un’identità omosessuale e l’aderenza alla fede cristiana. Alcune ‘Chiese sorellè hanno aperto, senza condizioni, la porta a questi credenti, ammettendoli anche a compiti di ministero. Non così la Chiesa cattolica. Non per ostilità verso gli omosessuali, ma per fedeltà ad un annuncio che lega l’esercizio della sessualità al matrimonio e alla procreazione. Anche se private del matrimonio e dei figli, le persone omosessuali hanno pienamente diritto a non sentirsi figli di un Dio minore”.