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Fini ricorda l’omocausto

Il presidente della Camera, intervenendo all’inaugurazione di una mostra sull’olocausto a Montecitorio, ricorda che «Insieme a rom, ebrei e oppositori politici” c’erano anche gli omosessuali.

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È sbagliato dire che il il razzismo è stato debellato. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, a margine di un intervento oer l’inaugurazione della mostra "Prove di sterminio" da lui voluta a Montecitorio, ha ricordato come l’olocausto sia stato «un agghiacciante disegno di sterminio» di cui sono state vittime anche «rom, omosessuali, oppositori politici e tutti coloro che finirono nei lager e nei campi di sterminio per il solo fatto di esistere».

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«Ricordare e conservare la memoria degli orrori della storia – ha aggiunto Fini – è un dovere imprescindibile, a maggior ragione quando essa riguarda efferati crimini rivolti contro l’umanità come quelli compiuti durante il nazismo». A proposito della mostra, il presidente si è detto convinto «che promuovere iniziative culturali su tale argomento sia un’occasione per affermare i valori umani contro ogni forma di razzismo e di antisemitismo. Le istituzioni hanno il dovere di stimolare la coscienza di ogni singolo cittadino a interiorizzare pagine di storia che sono patrimonio collettivo – ha proseguito Fini -. La Costituzione sancisce la difesa e la tutela dei principi della dignità umana come principio civile e morale. Le immagini di questa mostra colpiscono per la loro atroce crudezza».

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«I racconti, i luoghi, i documenti e le cartelle cliniche visibili all’interno di questa rassegna sconvolgono l’anima. Terribili appaiono le giustificazioni dei medici e del personale degli ospedali, turba il tradimento vergognoso da loro attuato della missione umanitaria che dovrebbe sempre guidare la scienza e la medicina – ha sottolineato -. Anche la scienza e la medicina entrarono, al tempo del nazismo, nel meccanismo perverso del fanatismo ideologico che distrusse civilta’ e umanita’. Occorre sempre ricordare e non dimenticare affinche’ la storia non si ripeta. Il ricordo come valore civile e’ un insegnamento costante e vivo. Iniziative come questa – ha concluso Fini -sostituiscono e rendono quasi vane le parole: le immagini ci portano nel cuore di una tragedia che, per molti versi, non e’ traducibile con alcun linguaggio umano».