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FLIRTANDO CON LA SPIA

“Camminando sull’acqua” è il nuovo film di Eytan Fox, regista di “Yossi and Jagger”, nelle sale dal 12 novembre. Un thriller gay-politico ricco di allusioni e con un sottile erotismo.

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Era il miglior film del Togay 2004 ma la giuria l’ha completamente ignorato: Moritz De Hadeln disse di aver privilegiato i film in cui la tematica gay era centrale. Il suo regista, l’israeliano ma americano di nascita Eytan Fox, si è dovuto consolare col premio del pubblico già vinto per ‘Yossi & Jagger’.

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Eppure Walk on Water di Eytan Fox è un intrigante e molto ben fatto thriller spionistico ‘omoamicale’ su un agente segreto del Mossad, Eyal, alla ricerca del nonno degli israeliani Pia e Axel, un criminale nazista che vive in Germania. Appena Eyal conosce Axel si capisce che i due avranno molto da dirsi: il primo è introverso, molto bello e attaccato al suo lavoro in incognito mentre Axel è omosessuale dichiarato e un po’ civettuolo. I due finiscono persino a farsi i fanghi in riva al mar Morto, si confidano i propri problemi ma con un distacco che non permette la nascita di una passione amorosa: Eyal ha una missione da compiere.

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Il bruno Eyal è interpretato dal fascinoso Lior Ashkenazi, interprete dell’inedito ‘Late Marriage’, una vera star in patria. Forse mancava un thriller gay-politico e ‘Camminando sull’acqua’ assolve egregiamente il suo compito: catalizzando l’attenzione sul potere di seduzione di Eyal si sospetta che tra i due possa nascere qualcosa di più che una forte amicizia e la scena al pub gay è fortemente esplicativa.

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La forza di un film come questo sta però nella bruciante attualità della situazione (Arafat ce la farà?) anche se la riflessione sul problema politico dei retaggi nazisti all’ombra dei conflitti mediorientali serve qui solo da spunto per una riuscita trama spionistica.
«Ho fatto un film su giovani che vogliono solo vivere e divertirsi e che pensano di essere liberi e diversi dai loro genitori, ma in realtà sono perseguitati dal passato» ha dichiarato il regista. «Per riuscire ad essere veramente liberi devono riappacificarsi con questo passato. Gli Israeliani sono tuttora ossessionati dall’Olocausto e questa ossessione li rende ciechi e non permette loro di comprendere che si sono trasformati in aggressori imponendo dolore e sofferenza ai palestinesi. Sono molto interessato alla dimensione “ machista” , la società israeliana è molto maschilista, ho deciso dunque di raccontare la storia di un uomo che riesce a maturare confrontandosi e mettendo a fuoco se stesso non solo con le sue emozioni ma anche con un passato difficile e complesso come quello del popolo israeliano».
Anche perché la sensibilità del regista nei confronti di un problema che tocca una corda sensibile della situazione internazionale e che da lui è ancora un tabù (soprattutto al cinema) non fa affondare il coltello nelle piaghe di una terra troppo martoriata.

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C’è pure un accenno alla religiosità cristiana e alle sue ripercussioni nella vita di tutti i giorni degli israelo-palestinesi ma a Eytan Fox sembra più uno spunto per restare sulla superficie di due questioni davvero bollenti. Ci sono voluti sei anni per girare questo film che ha inaugurato la sezione Panorama del Festival di Berlino, è stato presentato anche a Toronto e ha vinto l’Isreali Academy Award 2004.
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Di seguito l’elenco delle sale in cui il film è in programmazione:
Roma: Alcazar – Fiamma
Milano: Anteo – Plinius
Torino: Nazionale
Vicenza: Odeon
Bologna: Rialto
Reggio Emilia: Rosebud
Faenza: sala da definire
Ravenna: sala da definire
Firenze: Alfieri
Pisa: Odeon
Genova: Odeon