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Formazioni sociali specifiche? La rete si mobilita, tra pro e contro

All’annuncio del cambiamento del ddl Cirinnà la discussione impazza sul web

La notizia è di qualche ora fa: la Commissione Giustizia del Senato ha approvato, con voto congiunto di PD e MoVimento 5 Stelle, la modifica dell’art.1 del DDL Cirinnà e che definisce la unioni civili come “specifica formazione sociale”. La modifica, riformulata dalla relatrice del testo, va incontro alle richieste delle destre e di una parte del Pd (a chiedere questo cambiamento era stata la senatrice Fattorini) che ha chiesto che non ci sia alcuna confusione tra il nuovo istituto e il matrimonio già vigente per le coppie eterosessuali. Nel giro di poche ore, Facebook e Twitter si riempiono di commenti positivi e negativi, tra l’indignato e il “giustificazionista”, in una discussione che vale la pena seguire e che cerchiamo di riportare, mettendo in rilievo alcuni commenti di persone più o meno note.

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Luca Trentini, attivista LGBT bresciano ed ex vice presidente nazionale di Arcigay, scrive su Facebook: “DDL Cirinnà sulle unioni civili: Forse sarò massimalista. Forse non ho mai accettato sconti sui miei diritti. Ma che la mia debba essere una “formazione sociale” e non una famiglia proprio non lo accetto. Che i miei diritti debbano essere “omogenei ma non uguali” alla famiglia eterosessuale lo trovo un brutto cedimento ad una logica segregazionista. Io sono uguale, il mio amore è uguale, la mia famiglia è uguale. Invece no, non lo sarà di fronte alla legge. Nemmeno questa volta. Qualcosa non torna. Tutti mi dicono: “meglio qualcosa del nulla attuale”. Ma se quel qualcosa sancisce per legge la mia effettiva diversità di diritti, la mia inferiorità sul piano del riconoscimento sociale, la mia insanabile diversità legale, confinandomi in un istituto ghetto riservato solo a me, mi chiedo. Ne vale la pena? La logica delle fontane riservate ai bianchi e quelle riservate ai neri. La stessa acqua, ma un principio discriminatorio inaccettabile. Ci arriveremo, mi replicano, Per ora portiamo a casa questo. Non so se riuscite a capire quanta amarezza, quanta poca dignità ci sia nell’accettare un tozzo di pane stantio, pur di non morir di fame!”

Dario Accolla, nostro blogger, non la pensa molto diversamente da Trentin: “Faccio sommessamente notare che già le avevano chiamate unioni civili, eliminando la facoltà di adottare minori, per distanziarle dal matrimonio. Oggi viene fuori che sono formazioni sociali specifiche. Domani magari in inventano la formula “sì lallero”. Tanto il livello del dibattito mi sembra quello.”

Formazioni sociali specifiche? La rete si mobilita, tra pro e contro - Antonio Rotelli - Gay.it Archivio

Antonio Rotelli, avvocato della Rete Lenford, affida il suo commento fortemente negativo ad una lunga nota su facebook . “Fa specie sentire sulla bocca di persone che si qualificano di centro-sinistra, argomentazioni contro il matrimonio egualitario tipiche di uomini di destra”, attacca Rotelli. Che continua: “Non deve esserci alcun dubbio che l’istituto delle unioni civili è rivolto a tutelare nuclei familiari. E proprio perché di effettività di diritti fondamentali stiamo parlando, l’istituto giuridico in considerazione non può essere strutturato in modo da complicare oltremodo la vita familiare delle persone omosessuali e dei loro figli”.

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Aurelio Mancuso, presidente di Equality ed ex presidente nazionale di Arcigay, attacca: “‪#‎unionicivili‬ da oggi la mia famiglia, la mia relazione, il mio progetto di vita sono derubricati a “specifica formazione sociale”. Amen!”. Poi, poco dopo, ci scherza sopra con un dialogo del tutto amaro:
“Caro oggi quanto ti senti specifica formazione specifica?”
“Ah non mi dire niente!!! Tanto tanto!”
“Ma più di una squadra di calcio? O Meno? Come l’associazione della valorizzazione della farfalla albina o come la confraternita dei flagellanti?”
“Mah ci devo pensare, ho tempo no? Sono specifica!”

Formazioni sociali specifiche? La rete si mobilita, tra pro e contro - Paola Concia - Gay.it Archivio

Di tenore opposto, Paola Concia, ex parlamentare PD e lesbica dichiarata: “Leggo che nella legge sulle unioni civili, il nuovo istituto giuridico viene definito “specifica formazione sociale”. E leggo che vi state arrabbiando. Ma perché? È una specifica formazione sociale, un nuovo istituto giuridico. Viene introdotto nel nostro ordinamento una nuova formazione sociale. E voi non siete contenti? Non vi capisco, giuro che non vi capisco. Spiegatemi per favore.”

Ironizza invece sul presunto “massimalismo” di parte del movimento LGBT il nostro blogger Max Franco: “Niente ragazzi, non facciamo più nessuna legge per i diritti gay. Se vi ci vuole tanto a capire che “formazione sociale” è solo un tecnicismo giuridico e che non è cambiato nulla, viste le polemiche forse meglio lasciar perdere. La legge non era sin dall’inizio il matrimonio gay e voi lo sapevate bene, ma a voi non frega nulla dei diritti per le coppie gay e i loro figli a voi interessa solo mettervi l’abito da sposa e magari sposarvi anche in Chiesa, domani mattina. Non importa che non abbiate neanche un uomo per farlo. A voi dei diritti non frega nulla, vi basta fare i Gaypride e qualche dibattito in piazza dal titolo “Si, lo voglio”. Non la facciamo più questa legge. Aspettiamo altri 20 anni. Sarà contento Giovanardi. Avete vinto.”

Chiudiamo la carrellata con Dario Ballini, attivista LGBT del Partito Democratico: “Oggi tutta una serie di belle addormentate nel bosco si sono svegliate e hanno scoperto che le unioni civili derivano dall’articolo 2 della Costituzione invece che dall’articolo 29. MA BUONGIORNO PRINCIPESSE!!! A scanso di equivoci ribadiamo che non è vero che era scritta nero su bianco l’equiparazione al matrimonio e con l’emendamento remissivo di oggi è stata cancellata. La piantiamo una buona volta con pressappochismi e falsità?! La legge sulle Unioni Civili deriva dall’art. 2 e 3 cost. e risponde a criteri e richieste precise fissate dalla CEDU (legge tedesca come modello da COPIARE!!!) e dalla Corte Costituzionale italiana (oltre che a due precise sentenze di Cassazione). Se fosse stato un istituto giuridico parificato al matrimonio sarebbe stato ex art.29 e sarebbe stato un matrimonio egualitario. Ma un matrimonio egualitario senza adozione e con le sole step child adoption, come prevede questa legge in discussione, sarebbe stato cassato dalla CEDU in tempo zero perché, quello si, discriminatorio. In pratica oggi è stato ri-scritto, copiando pari pari dalla sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale la definizione famigerata che tanto urta la vostra sensibilità, in una forma più chiara il principio base su cui si fondano le unioni civili come istituto giuridico nuovo e diverso dal matrimonio ma che serve a garantire diritti e doveri alle coppie LGBT (non ai singoli!! Come coppie!!! E sottolineo come coppie). Proprio come chiesto dalla CEDU. Proprio come sollecitato più volte dalla Corte Costituzionale. Proprio come richiesto espressamente dalla Corte di Cassazione”

Ma è invece più su Twitter che si scatena l’ironia pungente di chi comprende ed accetta l’emendamento o, più spesso, lo critica anche ferocemente: