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Francesco: “Dio guarda i gay e non li respinge condannandoli”

Papa Bergoglio torna, su espressa sollecitazione, sul rapporto tra omosessuali e Chiesa: “Non si può sempre parlare di questo – dice -. Bisogna guardare alle persone”.

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Torna a far parlare di sé, Papa Francesco, e ancora una volta per aver toccato il tema del rapporto tra le persone lgbt e la Chiesa Cattolica. In una intervista rilasciata al direttore di Civiltà cattolica, il gesuita Antonio Spadaro, Bergoglio ha usato nuove parole di distensione nei confronti degli omosessuali, ma anche della contraccezione e delle donne che hanno abortito: tra i tabù più intoccabili del cattolicesimo.
“Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile – ha dichiarato il pontefice -. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto”. “Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce – ha aggiunto -, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”.

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Francesco è poi tornato su quanto aveva già dichiarato in merito, quel famoso “chi sono io per giudicare” pronunciato su un aereo. “Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio – ha ripetuto il Pontefice -, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile”. E infine ha raccontato l’episodio di un incontro con un fedele. “Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità – ha raccontato -. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione”.