Frasi shock di un'insegnante: "Quell'alunno è gay e va curato" - scuola trento 1 3 - Gay.it Archivio

Frasi shock di un’insegnante: “Quell’alunno è gay e va curato”

Lei smentisce ma il giudice la condanna: “chiaro intento denigratorio”

Marco (nome di fantasia) aveva “comportamenti disdicevoli e irriguardosi” con “alcune compagne” e mostrava “manifestazioni di peccato mortale e divino” certamente “contrarie a precisi dettati morali e religiosi”. Sì, secondo una professoressa dell’istituto tecnico Piero Martini di Cagliari, quello studente era gay ovvero “un malato che andrebbe curato da uno psichiatra”.
A pronunciare queste incredibili frasi sarebbe stata la professoressa di educazione fisica Maria Grazia Argiolas.

Come racconta racconta L’unione Sarda, tutto ha avuto tre anni fa quando l’insegnate confidò queste parole a quattro ragazze dell’istituto, episodio che giunse poi all’orecchio di Marco il quale (“in lacrime”) riferì l’accaduto in famiglia.
Indignata, la madre intraprese vie legali denunciando l’insegnante che aveva “espresso la propria riprovazione per le tendenze omosessuali” del figlio.
Argiolas ha fin da subito smentito di aver pronunciato quelle parole ammettendo di aver parlato dell’omosessualità con una ragazza “limitandosi” ad esprimere il proprio orientamento religioso ovvero che l’esercizio dell’omosessualità è peccato, come l’adulterio. Alla luce dei fatti, il 22 luglio il giudice di pace Paola Maria Grazia Mameli l’ha condannata per “diffamazione” disponendo il pagamento di 700 euro di multa e di altri 8 mila tra risarcimento danni e spese processuali. Secondo il Tribunale il suo comportamento era stato “foriero di discussioni e commenti con tutti i componenti della classe col chiaro intento di denigrare ed emarginare” il ragazzo. E ancora, è stato “oltrepassato ogni legittimo diritto di libertà di pensiero o di espressione religiosa”, fatto “ancora più grave perché avvenuto in una scuola pubblica, per antonomasia sede della cultura e dell’insegnamento dei valori etici e morali, posta a fondamento di ogni politica finalizzata a evitare ogni trattamento discriminatorio”.
La vicenda avrà seguito in Appello.