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FUORI I GAY DALL’OLOCAUSTO!

Grosseto. Per il Vescovo Agostinelli è “pretestuoso” che le associazioni omosessuali commemorino il giorno della memoria. Risponde Buzzetti dell’Arcigay: “la curia ha qualcosa da nascondere”.

GROSSETO. La Giornata dedicata alla Memoria delle persecuzioni naziste si è tristemente trasformata in polemica. Il Vescovo del capoluogo maremmano non ha gradito che l’Arcigay abbia deposto una corona di fiori presso uno dei principali campi toscani di raccolta delle vittime destinate allo sterminio. E così oggi la Curia protesta, definendo il gesto “pretestuoso” e accusando l’associazione di aver tentato di diffamare il Vescovo che operò nella Diocesi all’epoca delle persecuzioni naziste, e di aver insinuato possibili connivenze con ciò che avveniva nei campi di raccolta.
Tutto nasce dalla cerimonia di commemorazione di lunedì scorso (giornata europea della memoria), quando l’Arcigay di Grosseto, con la partecipazione dell’On. Franco Grillini, si è recata al campo di smistamento di Roccatederighi – uno dei siti di “raccolta” più importanti della Toscana di ebrei ed oppositori politici, situato nell’alta Maremma – per rendere omaggio alle vittime di tutti i totalitarismi. Il campo, posto in un luogo di grande fascino paesaggistico, è in stato di completo abbandono. La cerimonia semplicissima, svoltasi in forma quasi privata, ha evitato ogni accenno a precedenti polemiche sul reale uso di questo ghetto e sulle ombre di connivenza, mai definitivamente chiarite, tra gli ambienti cattolici di allora e la Repubblica Sociale.
La corona di fiori deposta dall’Arcigay all’ingresso del campo recava la scritta: “In ricordo. Alle vittime dell’odio per la diversità”. Anche le parole dell’On. Grillini hanno evitato qualunque accenno a precedenti divisioni ideologiche nella “lettura” di questi fatti della nostra storia recente. Anzi, la giornata è stata l’occasione per lanciare, proprio da Grosseto, una proposta di lavoro a tutte le forze politiche, dato che – come lo stesso Grillini ha sottolineato – «trovo contraddittorio che da un lato si dedichi alle vittime dell’odio nazifascista un’apposita ricorrenza e dall’altra si conservino in un penoso stato di abbandono i luoghi che ne rappresentano la memoria storica.»
Di qui, la proposta del parlamentare bolognese, quella cioè di fare dei 135 ghetti fascisti presenti in Italia, dei veri e propri “siti” della memoria, dove le nuove generazioni possano incontrarsi e discutere il vero significato dell’Olocausto. Riferito al campo di smistamento di Roccatederighi, Grillini ha auspicato che la diocesi e la Provincia di Grosseto stringano presto un accordo per ristrutturare gli edifici in abbandono, trasformandoli da luoghi di “orrore” a luoghi di utilità pubblica, così come, ad esempio, è già accaduto in altre parti d’Italia (ad esempio Trieste).
Ma quello che doveva essere un momento di comune riflessione e di pietà umana in ricordo di centinaia di vittime innocenti, si è trasformato in un nuovo pretesto di polemica furibonda. Stavolta è il vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli, a scagliarsi contro l’Arcigay, rinfocolando tensioni e polemiche che nel capoluogo maremmano si rincorrono sul tema delle diversità sessuali da almeno un mese. «La Chiesa di Grosseto disapprova il gesto dell’apposizione abusiva di una corona di fiori al cancello della Villa del Seminario di Roccatederighi da parte dell’Arcigay grossetana» scrive la Curia sulle pagine della Nazione, nella quale si legge anche che Agostinelli ha denunciato il tentativo di diffamare il vescovo di allora, Paolo Galeazzi, accusato di aver affittato il seminario come campo di internamento: «L’operazione di diffamazione di uno dei più grandi uomini che la nostra terra abbia avuto – conclude la Curia – è profondamente offensiva e pretestuosa. Come pretestuoso appare il gesto dell’Arcigay».
In attesa della replica del parlamentare diessino Grillini, è Davide Buzzetti, presidente dell’Arcigay di Grosseto, a dirsi «esterrefatto del tono delle accuse della curia. Il vescovo dimentica – prosegue Buzzetti – che il nostro gesto intendeva ricordare tutte le vittime dell’odio nazista, tanto di quelle più note (gli ebrei e gli oppositori politici), quanto di quelle ancor oggi taciute (i gay, gli zingari, gli anarchici). Oltre a ciò, ci sembrava opportuno ricordare le vittime direttamente nei luoghi dove furono perseguitate, perché questo dà più coerenza al nostro gesto. Le parole del vescovo Agostinelli dimostrano che la curia ha forse qualcosa da nascondere in relazione a quelle tragiche circostanze, che videro decine di uomini e di donne avviarsi verso Auschwitz, senza mai fare ritorno».
Buzzetti conclude con la speranza che il Vescovo Agostinelli «voglia fare pubblicamente le sue scuse alla nostra Associazione e che voglia lui stesso andare a rendere omaggio a quei morti nell’ultimo luogo che li ha visti sopravvivere nella nostra Provincia prima di andare a spegnersi nell’inferno di Auschwitz».
La polemica si annuncia rovente e non priva di clamorosi sviluppi. Inutile dire, del tutto superflua almeno nel giorno in cui l’unico atteggiamento degno dovrebbe essere quello del silenzio.

di Dario Remigi