Gasparri: "Gay in tv? Sì, se non si vestono come Platinette" - gasparri BASE - Gay.it Archivio

Gasparri: “Gay in tv? Sì, se non si vestono come Platinette”

L’ex ministro delle Telecomunicazioni ha risposto cs’, dai microfoni di Klauscondicio, agli elettori gay di destra che chiedono più impegno alla Rai. Grillini: “Omosessuali in tv contro l’omofobia”.

"Sono favorevole a contrastare le discriminazioni, ma non credo nei programmi ghetto. Bisogna avere una cultura del rispetto e della tolleranza nei confronti di coloro che sono rispettosi e tolleranti verso gli altri". A dichiararlo è Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al senato, rispondendo alle domande rivoltegli da Klaus Davi durante Klauscondicio. Il tutto nasce dalla richiesta, rivolta alla maggiornaza di governo da parte di alcuni elettori omosessuali, di dare più spazio alle tematiche gay nelle trasmissioni Rai e un maggiore impegno, da parte della TV pubblica, contro le discriminazioni nei programmi del piccolo schermo.
"Dovremmo pensare a delle scelte che insegnino a ciascuno a non imporre le proprie tendenze – continua Gasparri -. Già in passato dissi che non c’erano problemi se una persona omosessuale veniva messa a capo di uno schieramento politico, se ne ha le capacità e se non va in giro vestita come Platinette. Lo stesso varrebbe se un tipo macho andasse in giro con mutande aderenti. Sarebbe poco credibile e non si potrebbe candidare come leader di uno schieramento politico". 

Un ragionamento che richiama tanto il ‘don’t ask, don’t tell’ dell’esercito americano e che fa riferimento a una cultura che dà molto più peso a come una persona appare piuttosto che alle sue capacità.  "La presenza di omosessuali e lesbiche nelle trasmissioni televisive di grande ascolto è un fatto positivo e necessario perché è anche in questo modo che si combatte il pregiudizio che sta alla base delle discriminazioni. Purtroppo ciò avviene assai di rado e per lo più succede che si parli spesso di omosessualità senza che si dia la parola agli interessati o, peggio ancora, senza il diritto di replica quando a parlarne sono preti e cardinali i quali esprimono le solite e tradizionali invettive omofobiche di natura clericale – risponde Franco Grillini, direttore di GayNews -. Non si tratta di certo di "imporre le proprie tendenze", come dice Gasparri, ma di garantire l’accesso ad una informazione non diffamatoria per milioni di cittadini che non hanno voce in capitolo. Da questo punto di vista sarebbe necessario un impegno della tv pubblica a costruire un canale satellitare dedicato sul modello delle gay tv italiane e straniere che hanno avuto altissimi indici di ascolto, ma una scarsa raccolta pubblicitaria. Il servizio pubblico, che è di tutti, dovrebbe investire anche in questo senso".