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GAY CAMP IN SVEZIA

Un lettore di Gay.it racconta la sua bella esperienza di vita, avuta in occasione di un campo gay tenutosi in Svezia questa estate. Tra amicizie e paesaggi mozzafiato, ecco il suo resoconto.

In cerca di una meta per l’estate, ho sfogliato le pagine di Gay.it dove si faceva menzione di un gay camp in Svezia. Ho colto subito l’occasione al volo e sono appena rientrato da questa bella esperienza che ho alle spalle. Vorrei allora raccontare un po’ quanto successo con un mio piccolo reportate accompagnato da alcune foto del luogo e dei partecipanti.

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L’associazione svedese RFSL, che lotta per i diritti per l’eguaglianza sessuale, ha organizzato per l’estate 2001 un campus internazionale per uomini omo- e/o bisessuali all’interno della Svezia, a 140 chilometri dalla capitale Stoccolma. In uno scenario fatto di natura incontaminata, immersi nei verdi boschi e in riva a un lago, e’ venuta a crearsi con straordinaria facilita’ una comunita’ autogestita, formata da gente proveniente da tutte le parti della Svezia e anche dall’estero: Francia, Inghilterra, USA, Italia, Ecuador, Chile, Paesi Bassi.

l campus costituito da alcuni enormi cottages e da un edificio adibito a cucina e mensa ha dato la possibilita’ di creare un microcosmo, in cui la gente potesse sentirsi a proprio agio senza subire interferenze dalla societa’ esterna. Un ambiente in cui muoversi in piena liberta’, dando cosi’ la possibilita’ non solo di confrontarsi con se stessi, ma anche di venire a contatto con il vissuto degli altri partecipanti. La prima sensazione che si prova e’ quella di sentirsi protetti e capiti dagli altri.

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Questo porta anche ad una scoperta molto semplice: quella di sentirsi "normali" fra gente "normale", senza le pressioni e gli stereotipi che l’ambiente omosessuale stesso purtroppo talvolta procura.

La giornata era divisa fra i doveri della comunita’, ossia in squadre a turni preparare i pasti e provvedere alle necessita’ dei partecipanti, e le attivita’ di coesione sociale, punto fondamentale della mentalita’ ed educazione svedesi. I partecipanti si sono divisi in gruppi base che si incontravano ogni giorno per diverse ore a parlare di qualsiasi tema o semplicemente della propria vita. Il gruppo piu’ ristretto contribuiva a creare una sorta di legame familiare in cui anche gli eventi piu’ difficili e drammatici nella vita di una persona potevano essere raccontati con la certezza della comprensione e attenzione di tutti. Forse proprio questo e’ stato il regalo piu’ bello che si potesse ricevere da questa esperienza di vita. Il tutto comunque, e questo va ricordato, sotto la magistrale regia di un campus organizzato veramente bene e incanalato dal modus vivendi degli svedesi che considerano tutti avere gli stessi diritti.

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E’ una societa’, quella svedese, incentrata fortemente sullo spirito di democraticita’ assoluta, persino rivolta alle realta’ al di fuori dei loro confini nazionali.

L’associazione RFSL ha dimostrato particolare interesse ai problemi che i gay possono avere in altri paesi. Per questo motivo stanno, ad esempio, organizzando un campus in Lettonia, un paese che ha ancora molta strada da fare per raggiungere le stesse nostre liberta’ civili. Il resto della giornata nel campus era trascorso partecipando a varie conferenze sulla salute, sulla sessualita’, sull’uso di droghe, ecc. o partecipando a lezioni improvvisate da chiunque volesse mettere a disposizione degli altri le proprie conoscenze. Ovviamente rimaneva abbastanza tempo per lo svago recandosi al lago, fare delle nuotate, andare in canoa, stare insieme lungo la riva a prendere il sole senza costume, con un forte senso di equita’. E a fine giornata, dopo la visione di qualche bel film sempre in tema, non poteva mancare una bella sauna notturna per coronare il tutto!

Marco

maposga@libero.it