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GAY E LAVORO: STORIA DEGLI ULTIMI ANNI

Parte la collaborazione tra Gay.it e l’ufficio Nuovi Diritti della Cgil, che da anni si occupa dei problemi di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sul posto di lavoro.

Guardando indietro, dopo più di 11 anni passati in CGIL Nazionale a far politica contro la discriminazione sul lavoro e oltre il lavoro di gay, lesbiche e transessuali, la sensazione più profonda e immediata è quella di un affannoso, estenuante corpo a corpo. Non ho voglia di tessere elogi del sindacato, ci sono sparse per le tante sedi realtà e compagni impegnati giorno e notte per grandi ideali, ma farei veramente troppa fatica a superare il senso di peso e di amarezza che sempre più sento verso una organizzazione mai consapevole delle proprie inestimabili potenzialità di intervento, burocratica, tradizionalista, profondamente maschilista, stanca e inevitabilmente coinvolta nel decadimento di quella che ancora si vuole chiamare politica. Parlo volentieri invece dell’impegno di alcuni di noi, della nostra rabbia, dei muri che abbiamo lottato e lottiamo quotidianamente per abbattere in primo luogo dentro l’organizzazione per farci ascoltare ed essere noi stessi sindacato protagonista e non l’aggiunta intermittente, l’ala radical chic che serve solo ai congressi o quando Fini e Bossi straparlano da qualche palco.

Siamo partiti in pochi, sorretti da un forte legame di amicizia: a Milano Massimo era stato per un po’ di tempo una star, avendo resa pubblica la sua condizione personale di gay discriminato sul lavoro e diventò sindacalista.

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Il primo Centro Gay iniziò quindi dentro la Camera del Lavoro milanese, avviato da una ricerca statistica sulla discriminazione di lavoratori e lavoratrici omosessuali e da un telefono amico, poi è sorto un ufficio a Torino, poi a Genova e altre realtà si avvicendano, si organizzano, si riorganizzano e si organizzeranno un po’ in tutto il Paese anche formalmente prossimamente.

La nostra idea tuttavia non è e non è mai stata quella contare pochi o tanti Uffici "specializzati" che si occupino della discriminazione di lavoratori e lavoratrici omosessuali e transessuali, fornendo magari una sorta di alibi-dispensa all’organizzazione, ma di continuare l’opera di coinvolgimento di tutto il sindacato, attraverso alcuni punti più informati, in una crescita politica, laica e culturale per una vera tutela delle libertà personali.

Il dialogo con Gay.it potrà essere molto importante proprio per avere un rapporto più stretto con le persone e per realizzare uno scambio: noi ci saremo e cercheremo di comunicare informazioni, risposte, indicazioni utili, ma quello che vogliamo è anche che dal sindacato si pretenda un intervento, una maturazione, una presenza. Quando si affrontano i problemi che ci sono sottoposti dai lavoratori e dalle lavoratrici omosessuali o transgender, non si parla mai di qualche cosa di assolutamente specifico ed estraneo alla maggioranza di altri lavoratori e lavoratrici: il tema del mobbing, gli effetti della flessibilità nel mondo del lavoro, l’avanzare della precarietà e il dissolversi delle garanzie fondamentali… sono argomenti che riguardano tutti indistintamente, ma che certamente sono più frequentemente e profondamente avvertiti da gay, lesbica e transgender una realtà non soltanto lavorativa perseguitata dal pregiudizio.

Maria Gigliola Toniollo

CGIL Nazionale – Ufficio Nuovi Diritti

di Maria Gigliola Toniollo