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GAY E SACERDOZIO: È SCANDALO

Pubblicato oggi ufficialmente il documento che esclude gli omosessuali dai seminari: le reazioni. Peroni (Nuova Proposta): siamo delusi. Mancuso: è controriforma. Grillini: omofobia.

ROMA – “Giudizio negativo sia dal punto di vista di fede che da quello di persone omosessuali”: si tratta di un “documento animato da logiche di potere e di controllo: ci sembra sempre più una costruzione della chiesa clericale e maschilista”. Così Fabio Peroni di “Nuova proposta”, gruppo di omosessuali cristiani di Roma, commenta l’Istruzione vaticana che vieta l’ammissione dei gay al seminario e agli ordini sacri.
“E le donne di tendenza omosessuale – si chiede Peroni – cosa fanno, possono entrare in un ordine religioso, possono essere consacrate? E gli appartenenti a istituti laicali possono consacrarsi?” L’Istruzione per Peroni risulta “scarsa” anche se guardata come risposta allo scandalo della pedofilia perchè fa una “equazione omosessualità=pedofilia”. Visto che l’Istruzione pubblicata oggi dal Vaticano ricalca in tutto e per tutto le anticipazioni di stampa delle scorse settimane, i gruppi di omosessuali cristiani hanno già avuto modo di discuterne. “Non ci piace questa specie di prova, – riferisce Peroni – per cui chi per tre anni non dà adito a situazioni di omosessualità allora può essere ammesso; inoltre perchè la non castità non viene chiesta agli eterosessuali?”.
“Avremmo desiderato – osserva Peroni – che il documento partisse da un contesto legato alla persona e non alla tendenza sessuale: non è che gli omosessuali, per esempio, soffrano più degli eterosessuali ad essere fedeli alla castità. Ci aspettavano qualcosa di diverso, un documento che guardasse alla persona, con regole per la formazione che valgono per tutti, non solo per omosessuali”.
Aurelio Mancuso”Il documento vaticano sul divieto dei gay a diventare preti è un ulteriore colpo di spugna dei tentativi del Vaticano II di aprirsi alla società moderna. Incuranti delle prime prese di distanza pubbliche assunte dai preti americani e dalla Conferenza episcopale svizzera, cui ne seguiranno altre, i cardinali della curia romana proseguono nella loro opera di revisionismo storico, che si configura come una vera e propria controriforma”. Lo sostiene il segretario nazionale Arcigay, Aurelio Mancuso.
“In questi giorni – afferma – ho discusso con alcuni sacerdoti e seminaristi gay, con cui da tempo intrattengo una fitta corrispondenza via mail. Ognuno di loro mi ha esternato non solo la personale preoccupazione di essere d’ora in poi più esposti a possibili ricatti e pressioni, ma soprattutto il dolore profondo per una chiesa che sempre più è trasformata in una struttura controllata dall’alto, dove le comunità ecclesiali non contano nulla e dove l’ubbidienza è trasformata in dittatura. La chiesa sessuofoba e astinente, che sognano Ruini e Ratzinger, è solamente un’illusione di chi opera contro l’emancipazione dell’uomo, l’evoluzione scientifica, la naturalità dei rapporti affettivi. Il seme del pessimismo sessuale, che per tanti secoli è germogliato nelle scuole teologiche, nella gerarchia, nei seminari, è stato utilizzato per occultare pratiche sessuali diffusissime o, com’è accaduto nella recente storia, per coprire abusi e perversioni come la pedofilia. Più si tenterà di reprimere la naturale pienezza sessuale degli uomini e delle donne consacrati e più – secondo Mancuso – aumenteranno depressioni, abbandoni, abusi. Oggi la gerarchia di Ratzinger fa fare alla chiesa cattolica un nuovo salto indietro; ne soffrirà tutto il popolo di Dio, che drammaticamente si sta assottigliando”.
Franco GrilliniPer l’on. Franco Grillini (Ds), presidente onorario Arcigay, “il documento sulla presenza degli omosessuali nei seminari cattolici è intriso di omofobia e di livore antigay al limite del razzismo. Le analisi vaticane sono ridicole prima ancora che prive di fondamento”. Ma ancor più grave – per il parlamentare – è “il tentativo di trovare un ‘capro espiatorio’ per i gravissimi scandali sessuali che hanno visto protagonisti preti cattolici in tutto il mondo, scandali dei quali la gerarchia si deve assumere tutta la responsabilità essendo originati dall’imposizione dell’astinenza e della castità imposta ai preti stessi con l’obbligo del celibato, questo sì contro natura. In una organizzazione monosessuale come quella vaticana, dove vige una rigida separazione dei sessi con relativa supremazia maschile, è evidente che la preoccupazione per ‘l’eccessiva’ omosessualità negli ambienti seminariali può turbare i sonni delle gerarchie. Il problema allora è quello di una riforma profonda e di una democratizzazione vera della chiesa cattolica, e non certamente quello di cercare comode scorciatoie indicando all’opinione pubblica capri espiatori del tutto estranei”.
Il 13 gennaio, anniversario della morte di Alfredo Ormando (che si diede fuoco in san Pietro “per protestare contro l’ omofobia vaticana”), si terrà a Roma – ricorda Grillini – un convegno internazionale su ‘Omosessualità e religioni’, cui seguirà l’apposizione di una corona di fiori in San Pietro “in ricordo del sacrificio di Alfredo”.
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