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GAY-TECNO ALL’AVANGUARDIA

Da sempre siamo anticipatori delle tendenze e scopritori delle nuove tecnologie. La testimonianza di Franco Grillini, vero maniaco dell’ Hi-Tech. «Con il mio Sony-Ericsson scandalizzo il Parlamento»

ROMA – Il mondo corre. E i gay spesso lo anticipano. E’ universalmente noto (soprattutto negli ambienti del marketing) che la categoria degli omosessuali ami anticipare le tendenze, disegnare nuove strade, sperimentare nuove tecnologie. Ciò che il futuro ci riserva, potrebbe recitare una sorta di spot filo-gay, gli omosessuali lo conoscono già.

Prendiamo l’Italia: chi è l’omosessuale più in vista? Sicuramente Franco Grillini, presidente onorario Arcigay, deputato Ds, da anni al centro delle battaglie per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali. Bene, proprio lui è uno delle persone più appassionate della tecnologia, ama provare per primo l’ultimo prodotto proposto dal mercato, circondarsi degli ultimi strumenti utili per comunicare in maniera rapida ed efficace. E pare che anche in Parlamento la sua fama di tecnofilo si sia già diffusa…

Franco, è vero che sei il deputato più informatizzato e "cellularizzato" del Parlamento?

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Innegabilmente sì. Sono stato il primo ad entrare in aula con un computer portatile, e a collegarlo alla linea telefonica che ogni fila di deputati ha a propria disposizione. Mi è bastato cambiare la spina del telefono, e ho potuto da subito lavorare collegato a internet, anche se con una connessione lentissima, di soli 28 Kb/sec. Poi, quando hanno regalato un portatile ad ogni parlamentare, altri hanno cominciato a usarlo in aula, mentre molti, invece, hanno preferito regalarlo ai nipoti… Comunque, sono diventato famoso, come uno che se ne intende di telefonini e computer. Così, se qualche collega ha un problema con le tecnologie, in genere viene da me per risolverlo; finisco per fare da tecnico involontario e, soprattutto, non retribuito!

Come mai ti appassiona tanto la tecnologia?

Mah… ognuno ha le sue manie, io ho senz’altro quella della tecnologia. Quando esce sul mercato qualcosa di nuovo che ritengo possa essere utile per il mio lavoro e per la mia attività, cerco di procurarmelo, e di utilizzarlo il più possibile, per scoprirne tutte le funzioni.

Raccontaci un episodio particolare riferito alla tua tecnofilia accaduto in Parlamento…

Una volta, non molto tempo fa, sono entrato in aula con all’orecchio il nuovo apparecchio Bluetooth della Sony-Ericsson, un nuovo auricolare senza fili. Anzi, per l’esattezza, è l’unico cellulare con auricolare senza fili finora distribuito sul mercato (altri modelli non sono ancora distribuiti).

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Quando sono entrato in aula col Bluetooth, che, come potete vedere dalla foto, è una sorta di auricolare un po’ più grosso, quindi visibile, e ha una lucetta che lampeggia velocemente quando una telefonata è in corso, tutti mi hanno scambiato per un marziano. Tutti mi si sono ammassati intorno a chiedermi che cosa fosse. Un collega della Margherita ha detto che ero ridicolo. Io gli ho risposto che era vero, ma dopo che gli ho spiegato l’utilità di poter comunicare senza fili, a mani libere, ha detto che lo avrebbe comprato anche lui. Un altro ha trovato che faceva proprio al caso suo, perché passa molte ore in macchina, e con l’auricolare ha avuto spesso problemi, attorcigliandosi e intralciando la guida. In realtà accadrà come per l’auricolare: i primi che vedevamo utilizzarlo per strada ci sembravano dei matti, ora invece è normale. Così sarà anche per questo.

Ma le tecnologie, secondo te, semplificano la vita o la complicano?

Tutte e due. La semplificano perché, tanto per rimanere sull’argomento Bluetooth Sony-Ericsson, è utile, funziona molto bene, la voce è chiara, si può tenere il cellulare in tasca oppure in una stanza e muoversi liberamente nel raggio di una decina di metri. Insomma libera i movimenti completamente.

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Il telefonino a cui è collegato, poi, è uno di quelli più avanzati: consente di memorizzare e inviare immagini, e persino di mettere nella memoria le foto dei tuoi amici, collegate con la rubrica, così quando ti chiama uno di loro, appare la sua foto sul display a colori. Io ne ho approfittato subito, ho scaricato il software per gestire le immagini sul portatile, e ho caricato la foto del mio compagno sul telefonino. Poi, con alcuni amici più giocherelloni, ci inviamo delle immagini anche poco politically correct… La tecnologia complica la vita perché uno deve studiarsi i manuali, imparare ad utilizzarle per ricavarne tutte le funzioni: io che sono pigro e non ho voglia di leggere i manuali, in genere mi rivolgo a qualche amico più esperto e mi faccio spiegare tutto. E’ una soluzione che credo tutti possono adottare…

La Sony-Ericsson, tra l’altro, è una delle aziende più gay-friendly, una delle poche che faccia pubblicità sui media gay e che indirizzi verso di loro i suoi prodotti…

Sì, e viene anche dalla Svezia, paese che riconosce le unioni gay e recentemente anche le adozioni. Credo che le aziende che rivolgono una attenzione particolare alla comunità gay (perché siamo anche dei consumatori) andrebbero premiate: tempo fa fu la Siemens a indirizzare una pubblicità direttamente ai gay, e il prodotto venne molto acquistato. Oggi è la Sony-Ericsson, e credo che andrebbe premiata. Oltre tutto io ce l’ho, e trovo che funzioni benissimo!