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GB: primo censimento degli omosessuali

Per la prima volta l’ufficio nazionale di statistica si accinge a fare un censimento di lesbiche, gay e bisessuali, mandando un questionario in decine di migliaia di case.

LONDRA – Quanti sono gli omosessuali in Gran Bretagna? C’è chi calcola che siano il 6% della popolazione adulta, chi dice che a Londra un maschio su quattro è gay, ma nessuno lo sa di preciso e così per la prima volta l’ufficio nazionale di statistica si accinge a fare un censimento di lesbiche, gay e bisessuali, mandando un questionario in decine di migliaia di case.
L’iniziativa, che in un paese meno garantista della Gran Bretagna potrebbe suscitare più di qualche perplessità e timore, è il risultato delle pressioni fatte dai gruppi per la tutela dei diritti degli omosessuali e da alcune agenzie governative secondo le quali questa informazione è necessaria per fornire dei servizi che soddisfino equamente tutti gli strati della popolazione.
Ad indurre il governo a questa scelta è stata anche la necessità di venire incontro alla filosofia di una nuova commissione per l’eguaglianza ed i diritti umani che attribuisce agli orientamenti sessuali la stessa importanza di razza, sesso, età, disabilità e religione. Senza più accurate informazioni, sarebbe difficile a questa commissione, che sarà insediata il prossimo anno, garantire pari diritti alla comunità di lesbiche, gay e bisessuali che, con pragmatismo in perfetto stile anglosassone, non è stata ancora censita, ma già viene indicata con una sigla LGB (lesbiche, gay e bisessuali).
‘Singoli individui e la comunità LGB nel suo insieme hanno storicamente patito discriminazioni e si teme che anche adesso questo gruppo di cittadini sia ignorato in termini e di servizi e politiche’, ha spiegato l’ufficio nazionale di statistica annunciando il censimento che sarà fatto inserendo una domanda sugli orientamenti sessuali in una delle indagini di routine che fa questo organismo statale. Probabilmente nella General Household Survey, un’indagine annuale che viene fatta dal 1971 inviando questionari a 20.000 unità familiari.
Il quesito sugli orientamenti sessuali non sarà invece inserito nel prossimo censimento decennale che si terra’ nel 2011, per evitare – ha spiegato Joy Dobbs dell’istituto di statistica, il tipo di polemiche che provocarono nel 1991 la domanda sull’appartenenza etnica e nel 2001 quella sulla religione.
E’ troppo presto, ha sottolineato Dobbs, aggiungendo: ‘sul tema degli orientamenti sessuali, nel mondo statistico siamo ancora alle prime fasi. Non siamo ancora sicuri di cosa stiamo cercando di misurare: comportamento, identità, stile di vita, inclinazione?’.
Nel censimento comunque nella sezione stato civile ci sarà certamente la casella partenariato civile, visto che dal 21 dicembre dello scorso anno la legge consente alle coppie dello stesso sesso di unirsi in matrimonio.