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Gerusalemme: settimo Pride senza incidenti

Nonostante le proteste e l’imponente schieramento di forze, la marcia gay di Gerusalemme si è svolta in maniera pacifica e gioiosa. Dissenso e cassonetti bruciati nei quartieri ultreortodossi.

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La settima edizione del Gay Pride di Gerusalemme ha radunato giovedì 26 giugno 2000 persone con un servizio di sicurezza voluto dal governo di 2000 poliziotti: uno per manifestante. La polizia a cavallo, o in posizione strategica sui balconi, con i cannoni ad acqua, gli elicotteri e i dirigibili d’osservazione: l’imponente schieramento di forze è stato voluto a causa delle proteste delle tre comunità monoteistiche che a Gerusalemme sono numerose oltre che influenti. Inoltre, un gruppo di attivisti di estrema destra, sostenuti dal sindaco di Gerusalemme Uri Lupoliansky, aveva chiesto di vietare il gay pride, ma l’Alta corte di Giustizia ha respinto l’istanza. 

I manifestanti sono partiti alle 16 dal parco Independence e hanno concluso la marcia al parco Liberty Bell. Contemporaneamente alla marcia, in un’area ultraortodossa della città, si è tenuta una manifestazione di protesta contro il Pride con centinaia di partecipanti. In serata, poi, nei quartieri più ortodossi di Gerusalemme è stato dato fuoco a molti cassonetti per esprimere dissenso contro la marcia dell’orgoglio LGBT. Durante la manifestazione del 2005, un estremista di destra, Yishai Schlissel, colpi a coltellate tre partecipanti al corteo. Adesso sta scontando 12 anni in cacere per tentato omocidio.