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Giallo sui prostituti del Papa

Mezzo passo indietro del Pontefice che in un libro-intervista apre all’uso del preservativo ma solo per i prostituti. L’Osservatore Romano, però, traduce al femminile le parole dal tedesco.

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La notizia è rimbalzata da un giornale all’altro, da una tv all’altra, passando per la blogosfera. Il Papa avrebbe aperto all’uso del preservativo. In realtà Benedetto XVI, parlando al giornalista tedesco Peter Seewald che si appresta a far uscire un libro-intervista e che in questi giorni non manca di lanciare anticipazioni sul testo, non ha fatto marcia indietro rispetto alla posizione che fu di Giovanni Paolo II prima e di Ratzinger oggi.

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"Concentrarsi solo sul profilattico – dice il Papa – vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l’espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé". "Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv. È veramente necessaria una umanizzazione della sessualità".

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Il testo distribuito alle agenzie di stampa internazionali, però, non è lo stesso diffuso dall’Osservatore Romano in Italia. Le parole del Papa infatti sono state mutate per i lettori italiani facendo credere che Ratzinger avesse parlato al femminile, di prostitute. In realtà, la parola corretta pronunciata è stata "prostituti", al maschile quindi. Tanto che il commentatore dell’Atlantic Andrew Sullivan si è spinto a dichiarare: "Il fatto nuovo è che la Chiesa ha fatto un passo indietro riconoscendo che i gay esistono, che tra le nostre vite da gay ci sono varie sfumature di scelte morali: e che quindi gli insegnamenti cattolici riguardano anche noi nelle aree grigie delle scelte sessuali e morali. Finora, nessun indirizzo del genere era contemplato all’infuori della proibizione assoluta: siate tutti casti, e se vi sentite tristi e soli, beh lo era nche Gesù sulla croce. Adesso, con l’ammissione di una sfumatura nella scelta morale, quella tra un prosituto col condom e uno senza, il Papa si è spostato dalle sue aride astrazioni alla morale reale che può essere in grado di guidare persone reali".

A parte questo non c’è stata nessuna marcia indietro del Vaticano sul tema tanto che anche Padre Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana,  si è affrettato a ribadirlo: "La posizione della Chiesa in merito all’uso del preservativo come prevenzione dell’Aids non e’ cambiata, resta quella di Giovanni Paolo II".

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Era il 18 marzo 2009 quando sull’aereo che lo stava portando in Africa, il continente ancora flagellato dall’Aids, il Papa disse ai giornalisti: "L’Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che al contrario aumentano il problema. La soluzione puo’ essere solo duplice: la prima, un’umanizzazione della sessualita’ cioe’ un rinnovamento spirituale e umano che porta con se’ un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro. La seconda, una vera amicizia soprattutto con le persone sofferenti, una disponibilita’ anche con sacrifici e con rinunce personali per stare con i sofferenti".