Questa giornata passerà alla storia della comunità lgbt statunitense. Dopo 17 anni dall’introduzione dell’ormai noto Don’t Ask Don’t tell, un giudice federale ha dichiarato incostituzionale la norma che impedisce alle persone omosessuali di prestare servizionelle forze armate statunitensi se palesano il loro orientamento sessuale. La giudice Virginia Phillips, infatti, ha accettato la richiesta giudiziaria per bloccare la politica del DaDt perché non solo tale odiosissima norma non ha nulla a che vedere con la formazione e l’addestramento militare cui chi si arruola deve sottoporsi, ma ha anche "un effetto negativo e pregiudiziale" per le Forze Armate. In più la legge in questione viola il diritto di libera espressione.
La giudice ha emesso la sentenza in risposta alla domanda presentata dal gruppo Log Cabin Republicans, un’organizzazione conservatrice che raggruppa circa 19mila membri, militari ed ex. La decisione è la maggiore azione legale contro la legge che da anni suscita polemiche e che il governo di Barack Obama ha più volte dichiarato di voler cambiare. Lo scorso febbraio il Pentagono aveva annunciato di voler modificare la legge, promulgata da Bill Clinton, ma nonostante le molteplici promesse, gli studi e le commissioni, la norma è, a tutt’oggi, in vigore.
In più, stando al Log Cabin Republicans, dalla promulgazione del Don’t ask Don’t tell sono stati licenziati, con riferimento proprio all’orientamento sessuale, 13.500 soldati.
Adesso, il governo federale, ovvero quello guidato da Obama, avrà una settimana per rispondere all’ordinanza della Phillips.Coloro che si oppongono a che la legge venga abolita sostengono che eliminarla comprometterà il reclutamento e il morale delle truppe, ma la giudice ha risposto sostenendo che "di fatto queste restrizioni limitano la prontezza dei militari e la loro coesione".