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GRILLINI ALLA RISCOSSA!

Intervista a Franco Grillini, candidato DS.

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Franco Grillini crediamo non abbia bisogno di presentazioni, ma magari c’è qualche giovanissimo che non sa che Franco è uno dei padri dell’Arcigay, di cui attualmente è presidente onorario, ed è anche psicologo, giornalista pubblicista,

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direttore del quotidiano on line “noi.it”, laureato in Pedagogia all’Università di Bologna, e attualmente Presidente della Commissione “Diritti e libertà” del Ministero per le Pari Opportunità (foto).
Impegnato in politica fin dall’età di 15 anni, è stato attivo nel movimento studentesco prima nel Pdup poi come responsabile nazionale studenti medi e segretario organizzativo del partito a Bologna. Dal 1982 inizia la sua militanza nel movimento per i diritti civili degli omosessuali prima con il Cassero di Bologna poi come promotore dell’ARCIGAY Nazionale di cui è stato segretario nazionale dal 1985 al dicembre del 1987 e presidente fino al 1998 divenendone poi Presidente Onorario. Ideatore e fondatore della LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) ha promosso la LIFF (Lega Italiana delle Famiglie di Fatto). E’ anche consigliere del ministero per le Pari Opportunità Katia Bellillo (foto sotto).
Abbiamo intervistato molte persone sulla esistenza o meno di un “voto gay” e le risposte sono state molto eterogenee; tu che ne pensi?

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Secondo me esiste un voto gay, soprattutto oggi, e non potrà non essere recepito come tale, perché le cose che sono successe negli ultimi anni hanno determinato una presa di coscienza in una fascia assai larga di persone omosessuali che, a mio parere, questa volta orienteranno il loro voto facendo i loro interessi, cioè gli interessi della comunità omosessuale. E’ difficile quantificare questo dato: io direi che un voto gay consapevole si potrebbe calcolare in questo giro elettorale sul piano nazionale, per quanto riguarda le elezioni politiche, tra i 400.00 e gli 800.000 voti, che è un dato veramente grande. Faccio questa affermazione perché noi un anno fa abbiamo avuto il Gay Pride, una manifestazione con diverse centinaia di migliaia di persone, molte persone che avrebbero voluto venire non sono potute venire a quella manifestazione, ma comunque la questione omosessuale influenza un’area elettorale piuttosto vasta. Non era così in passato, ma è così adesso perché sono successi tutta una serie di fatti, tra cui anche il World Gay Pride, che hanno cambiato la faccia della questione omosessuale in questo paese, soprattutto riguardo, lo ripeto, alla presa di coscienza della comunità.

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Dunque finalmente possiamo dire che esiste l’opportunità per la comunità gay di schierarsi a favore dei suoi candidati?
Secondo me questa volta decisamente sì. Non vorrei apparire ottimista in modo eccessivo, ma posso dire che il mio ottimismo è corroborato da un mese di campagna elettorale: io ho fatto un mare di campagne elettorali, nel ’87, nel ’92, nel’94, di nuovo nel ’96 e ancora nel ’99, e devo dire che non avevo visto mai tanta gente arrabbiata di sinistra, e anche gente che erano dieci anni che non andava votare, che invece ora è venuta ai comizi che ho fatto anch’io, dicendomi che questa volta sarebbe andata a votare contro Berlusconi. Certo, un voto contro e non un voto in positivo, però questo significa che c’è una vasta area astensionista che torna a votare: soprattutto tra gli omosessuali ho sentito una grande disponibilità ad andare al voto qui in Emilia Romagna, perché la mia candidatura ha suscitato un certo dibattito, è stata molto visibile, e molte persone sono rimaste un po’ stupite dalla decisione dei DS di candidarmi in una posizione “eligenda”, come si dice con un termine tecnico, e quindi hanno deciso di premiare il partito. Per cui questa volta abbiamo, secondo me, due fattori concomitanti: il primo, che abbiamo avuto candidature importanti in posti non di facciata, quindi con possibilità effettive di essere eletti; secondo, la comunità ha percepito che i partiti hanno fatto un salto di qualità – questa è la grossa differenza rispetto alle elezioni passate – e quindi hanno deciso di premiare questi partiti e questi candidati.
Quale sarà la tua prima azione in Parlamento, se sarai eletto?

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Quella di presentare le proposte di legge legate alla nostra tradizionale piattaforma: unioni civili, lotta contro le discriminazioni, più fondi per la lotta contro l’Aids, riconoscimento del valore positivo dell’associazionismo omosessuale, intensificazione dei rapporti col Ministero dell’Interno per l’atteggiamento della Polizia, cioè la proposta di corsi di formazione per le forze dell’ordine su come ci si comporta quando ci si trova con persone omosessuali. E anche un’altra cosa che mi sta molto a cuore, cercare di convincere il Ministero della Sanità a comprendere e riconoscere il valore dell’associazionismo omosessuale soprattutto per quanto riguarda le attività socio-assistenziali, sulle quali finora siamo stati molto carenti come comunità e come movimento. Queste sono un primo pacchetto di questioni, poi ne ho in mente altre molto carine e molto scoppiettanti che non ti dico per non bruciarle…
Che possibilità ci sono che queste proposte abbiano un corso positivo nel nuovo Parlamento?

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Se vince l’Ulivo, come io mi auguro, le possibilità sono molte, perché sono questioni di carattere trasversale sulle quali è possibile forse anche conquistare una fetta trasversale dei parlamentari. Se vince il centro destra, ovviamente le cose sono molto più difficili, perché ci troveremmo come parlamentari (parlo al plurale perché spero che la mia candidatura vada in porto…) a dover fronteggiare con un’opposizione durissima una destra che ha al suo interno tratti xenofobi e razzisti veramente inquietanti. Quindi è chiaro che se vince il centro destra le possibilità si riducono sensibilmente; anche se io non dispero perché in genere, quando esiste un vasto movimento popolare che spinge perché un obiettivo si realizzi e quando c’è una larga maggioranza nel Paese che condivide questo obiettivo, il Parlamento deve prenderne atto. Inoltre, quand’anche vincesse la destra, io sono fiducioso del fatto che, avendo approvato le unioni civili gran parte dei paesi europei, attraverso l’Unione Europea si riesca ad imporre all’Italia l’adozione di provvedimenti che non discrimino più gli omosessuali.
C’è qualcosa che vorresti dire ai gay e alle lesbiche che sono ancora indecisi o che hanno scelto di votare a destra?
Vorrei dire una cosa molto semplice: a destra ci sono personaggi come Nicola Cucullo che ha detto che se ci sono stati i lager per gli omosessuali una ragione ci doveva pur essere; nella destra c’è Cucullo che è sindaco di Chieti eletto col Polo, c’è un accordo con i nazisti di Pino Rauti, c’è la Lega anti-gay… Io inviterei i gay e le lesbiche di destra o che non sanno cosa votare ad andarsi a leggere il dossier su tutto quello che ha detto la Lega sugli omosessuali, dossier che si può trovare sul sito elettorale www.grillini.it, e quindi di fare una riflessione seria sul fatto che un voto per la destra sia un’azione veramente masochista per i diritti degli omosessuali.

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Raccontaci un episodio che ti ha colpito particolarmente di questa campagna elettorale.
Una cosa che mi è piaciuto moltissimo: io mi onoro di candidarmi in un partito che prende quasi 900.000 voti nella regione Emilia Romagna, e quindi prende qui una percentuale rilevante dei voti che vanno a questo partito in tutta Italia: essere uno dei quattro che lo rappresenta in questa lista è per me assolutamente un onore. E proprio per questo c’è un episodio che mi ricordo particolarmente: un mio comizio il primo maggio a Longiano, un paese della Romagna dove c’è la più alta percentuale di voto ai Democratici di Sinistra di tutta l’Emilia Romagna, cioè l’80%. Al comizio c’era tutto il paese che era riunito ad ascoltarmi, io sul palco ho fatto un comizio tradizionale, e mi ascoltavano e non volava una mosca. Hanno applaudito molte volte, anche mentre parlavo, ma è stata un esperienza molto bella primo perché mi sono fatto un corteo di contadini coi trattori, con alla testa quello che qui in Emilia Romagna viene chiamato il “compagno busone”, secondo perché alla fine del comizio sono arrivate delle persone anziane, e un signore di 90 anni, con le lacrime agli occhi, mi ha detto: “erano anni che nessuno mi emozionava più; ti ringrazio di avere fatto il discorso più bello che ho sentito negli ultimi tempi”. E questo è stato un episodio bellissimo, tra l’altro riportato anche da Maria Laura Rodotà sulla Stampa. Sono molto contento di aver fatto una campagna elettorale dove si è dimostrato, qui in Emilia che è il cuore del serbatoio di voti della sinistra italiana, che è possibile sposare tradizione e innovazione della sinistra, e che la sinistra non deve aver paura di osare di cambiare se stessa anche nei suoi uomini e nelle sue politiche.
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