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Grillini condanna la rimozione del prete pro-gay

La rimozione di don Fabrizio Longhi, è «l’ennesima dimostrazione da parte di una chiesa, quella romano-cattolica, che non vuole comprendere ed accettare la realtà degli omosessuali».

ROMA – La rimozione di don Fabrizio Longhi, il prete di Rignano Garganico che fece parlare un omosessuale durante la messa di Natale, è «l’ennesima dimostrazione da parte di una chiesa, quella romano-cattolica, che non vuole comprendere ed accettare la realtà degli omosessuali». A dichiararlo è Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario di Arcigay. Per Grillini, «l’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica è quasi sempre duro, crudele, discriminatorio verso le diversità in generale e verso quella gay in particolare. Agli omosessuali, la cui esistenza e il cui numero non possono più essere negati da nessuno, chiesa cattolica compresa, la gerarchia vaticana chiede l’invisibilità, propone l’ipocrisia del non dire e l’assurdità della castità».
Il gesto di don Fabrizio Longhi nella notte di Natale, far parlare Pasquale Quaranta, un ragazzo di 21 anni accompagnato dai genitori, è stata per il deputato Ds «una dimostrazione di grande umanità, di onestà e generosità, apprezzata, come ci raccontano le cronache, anche dai fedeli», che si oppone a «una chiesa cattolica che non comprende la modernità, che la combatte con tutte le sue forze, come nel recente tentativo di imporre le “radici cristiane” nel testo della nuova Costituzione europea».