Gruppo di supporto ai giovani gay russi accusato di "propaganda" - 404 russia 1 - Gay.it Archivio

Gruppo di supporto ai giovani gay russi accusato di “propaganda”

Non si placa la scure della legge anti-gay in Russia. Dopo il giornalista accusato di averla violata, indagato anche un gruppo che supporta i giovani lgbt tramite i social network.

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Un gruppo di supporto per giovani gay russi sui social media è stato accusato di avere violato l’ormai tristemente nota legge sulla propaganda gay. Si tratta di Children 404 che offre sostegno agli adolescenti gay, lesbiche, bisessuali e transgender tramite due gruppi due Facebook e VKontakte. Ad essere stata accusata è la fondatrice, Elena Klimova, colpevole secondo le autorità di incoraggiare i giovani a credere che essere gay è normale.
Elena è stata convocata da una corte nella regione degli Urali per rispondere alle accuse che le vengono rivolte. Alla base delle accuse ci sarebbe il sito del gruppo tramite il quale si raccolgono storie di ragazzi gay in modo che i loro coetanei possano sentirsi meno soli e alleggerire il peso della discriminazione imperante nel paese di Putin.

Per questo Children 404 (il cui nome si ispira all’errore in cui si incappa sul web quando si cerca una pagina che non esiste più) e la sua presidente sono ritenuti responsabili di “promuovere relazioni sessuali non convenzionali tra minorenni, diffondendo informazioni che puntano a spingere i giovani ad esplorare sessualità non convenzionali”.

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Per le autorità russe si tratta di una “distorsione dell’immagine della società” e di una esposizione dei giovani a informazioni pericolose.
E così, la legge fatta, a dire di Putin, per proteggere i giovani, in realtà si scaglia anche contro i gruppi che li supportano e tentano di proteggerli dalla violenza omofoba.
Come riporta GayStarNews, se dovesse essere condannata, Elena Klimova potrebbe dover pagare una multa pari a 100.000 rubli, ovvero circa 2.100 euro. Solo ieri si era diffusa la notizia di un giornalista accusato di avere infranto la stessa legge per avere riportato le parole di un insegnante gay che dichiarava che essere omosessuali è normale.