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HIV: PRESTO UN TEST DA BANCO?

Un kit per effettuare a casa l’esame che rivela se si è sieropositivi potrebbe presto essere disponibile nelle farmacie USA. Ma che fine fa il counselling per affrontare la diagnosi?

La Food and Drug Administration statunitense si riunirà il 3 novembre per decidere se rendere disponibile nelle farmacie un test orale per l’Hiv. Attualmente il test è venduto ufficialmente solo ai medici e agli infermieri anche se è stato disponibile non ufficialmente su internet per qualche tempo.
Freya Spielberg, ricercatrice del Centre for AIDS Research all’Università di Washington, ha detto che la disponibilità di un test rapido da fare a casa «è la strategia più potente che abbiamo per ridurre le infezioni da Hiv. Se vogliamo vincere la guerra contro l’Aids, abbiamo bisogno di rendere il test facile come quello per la gravidanza».
Ogni anno circa 8.000 persone che risultano positive al test per l’Hiv negli ospedali degli Stati Uniti non tornano a ritirare i risultati. E in Italia dati recenti indicano che la maggior parte delle persone scopre di essere sieropositiva solo quando l’infezione è già evoluta fino alla malattia.
Un tampone e il test è fatto

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Per fare il test, chiamato OraQuick e prodotto dalla OraSure Technologies, bisogna strofinare le gengive con un tampone e quindi inserire il tampone in un contenitore. Dopo 20 minuti apparirà una riga sulla striscia se il risultato è negativo e due se è positivo. Il test rileva ovviamente gli anticorpi ai virus Hiv-1 e Hiv-2 e non il virus stesso che non è presente sulle gengive.
«L’approvazione potrebbe mettere a tacere 18 anni di dibattito – commenta il New York Times – Le autorità della Food and Drug Administration e gli attivisti Aids si sono detti a lungo preoccupati che le persone che hanno una diagnosi positiva possano essere prese dal panico e persino considerare il suicidio. Per questo da anni le autorità hanno insistito sulla necessità che il counselling e il supporto di un professionista accompagnasse il test Hiv».
Se l’FDA darà il via libera il 3 novembre la casa produttrice del test farà formale richiesta per poter mettere in vendita il prodotto in tutto il paese.
I test che agiscono sugli anticorpi dell’Hiv fanno affidamento su una tecnologia relativamente semplice e la prima applicazione per un test casalingo fu fatta già nel 1987. Ma dopo tragici eventi come la morte di un uomo che si lanciò dal Golden Gate di San Francisco dopo aver scoperto di essere sieropositivo, la proposta fu congelata per decenni.
Meglio il test o l’assistenza?

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Forse la FDA è parzialmente influenzata dal cambiamento nell’atteggiamento tra gli attivisti Aids. Due anni fa la Gay Men’s Health Crisis (GMHC) di New York, la più antica organizzazione di sieropositivi del paese, si oppose al test casalingo. Ma ora lo approva anche se con qualche riserva. «Per le persone che non hanno accesso a una clinica o decidono di non andarci, questo è meglio che niente – afferma Gregg Gonsalves della GMHC – ma non è una bacchetta magica».
I cosiddetti “test casalinghi” di fatto sono legali negli USA dal 1996 ma i due prodotti disponibili ad oggi sono nella sostanza simili a kit per il prelievo del sangue in cui ci si punge il dito con una punta e si invia il campione prelevato su della carta a un laboratorio d’analisi.
In Italia vendere test Hiv a chiunque non sia un medico professionista è illegale e i risultati devono essere consegnati solo da medici con la disponibilità di un addetto al counselling. Ma le percentuali di chi fa ricorso al test nel nostro paese non sono incoraggianti: molti scoprono di essersi infettati solo quando il virus si è talmente diffuso nell’organismo da aver gravemente intaccato il sistema immunitario e quindi dopo la comparsa delle cosiddette infezioni opportunistiche.
Nella guida di Gay.it è possibile trovare i recapiti di molti centri clinici in cui è possibile effettuare il test Hiv che, nella maggior parte dei casi, è gratuito e anonimo.
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di Gus Cairns – Positive Nation