Mentre i brasiliani si disperano, dopo gli spagnoli e gli italiani, per essere stati esclusi dai mondiali di calcio, c’è chi esulta perché la propria nazionale non partecipa più a questo “abominio omosessuale” che è la coppa del mondo. E proprio il mondo del calcio, accusato più volte di essere uno degli ambienti più omofobi e maschilisti, viene adesso additato come mezzo per “opporsi alla cristianità in tutto il mondo”. Il convinto sostenitore di questa surreale teoria è un prete russo, Alexander Shumsky, che dalle pagine del sito cristiano russo “Russian People’s Line” lancia strali contro lo sport più popolare del mondo. Il problema, a dire del prete, sono le scarpine multicolore di cui i calciatori di tutte le nazionali hanno fatto sfoggio durante le partite negli stadi brasiliani.
“Chi indossa le scarpe verdi, gialle, rosa o blu promuove l’arcobaleno gay – ha tuonato Shumsky -. La squadra che indossa scarpini rosa o blu potrebbe, chissà, indossare mutande femminili o un reggiseno… E in più mi sento offeso dalle impensabili pettinature di alcuni calciatori”. “Sono felice che la Russia abbia fallito – ha concluso il prete – e che, grazie a Dio, non partecipi più a questo abominio omosessuale”.