I PREGIUDIZI DEGLI AMICI - leo28 9 3 - Gay.it Archivio

I PREGIUDIZI DEGLI AMICI

“Un caro amico ha trovato finalmente un compagno, ma una ragazza del gruppo ha deeciso per questo di non frequentarlo più. Che faccio?”. Una situazione delicata, cui risponde l’esperto.

Carissimo Don Franco,
sono una ragazza di 30 anni che ogni tanto legge le lettere che le vengono inviate e le sue risposte. Ed è così che ho pensato di scriverle anche io.
Ho un carissimo amico di vecchia data che da qualche mese è fidanzato con un ragazzo con cui sta progettando un convivenza. Che fosse gay non è mai stato un mistero né per me né per gli amici in comune; ma una nostra amica qualche giorno fa mi ha confidato che “pur volendogli bene come ad un fratello” non ha intenzione di uscire con lui ed il suo compagno “per non dargli l’impressione di approvare il loro rapporto”. Questa ragazza è cattolica praticante, non giudica il nostro amico, ma “condanna ciò che fa”, ed è dell’idea che se lui volesse potrebbe “curarsi e guarire”.
A me queste parole (che ha intenzione di dirgli apertamente) hanno fatto male, soprattutto ora che, dopo averlo visto varie volte piangere per delle storie sbagliate, lo vedo tranquillo e contento. Anche io sono cattolica (non praticante), ma non credo stia a me approvare o meno. Quello che io provo nei confronti di questo ragazzo è semplicemente un grande amore e quello che mi preme è il suo bene.
Mi piacerebbe sapere da lei cosa ne pensa.
Grazie,
Sissi

Cara Sissi,
intanto grazie del tuo apprezzamento e della fiducia che riponi in me. Nelle lettere che ricevo cerco di vedere i percorsi delle persone che camminano verso la vita, verso l’amore. Questo “cercare la vita” attraverso mille sentieri, mille ostacoli e mille emozioni mi fa sentire in profonda sintonia perché anch’io vecchio come sono, sono un innamorato della vita.
Non sarò certo io a sentenziare sul comportamento di questa tua amica, ma il suo ragionamento nasconde, a mio avviso, la presenza massiccia del pregiudizio: non giudica la persona di quel vostro amico, ma “condanna ciò che fa”. Che pasticciaccio e che confusione …
“Quel che lui fa” progettando una convivenza è la cosa più normale di questo mondo e la tua amica, che dichiara di volergli bene, non riesce ancora a uscire dai suoi schemi rigidi, sostanzialmente omofobici. Come può dichiarare che vuol bene ad una persona e poi non rallegrarsi dei suoi progetti d’amore?
Diciamolo con chiarezza: l’idea che un gay possa “curarsi e guarire” ha del ridicolo e del mostruoso. La tua amica deve farsi qualche buona lettura, documentarsi, buttarsi alle spalle il catechismo cattolico ufficiale. C’è ancora, in verità, chi pensa che gay e lesbiche vadano curati, ma scienza ed esperienza documentano il contrario. Ovviamente ci sono ancora persone ossessionate dal sesso, come il cardinale Ratzinger, che continuano a scrivere deliranti sentenze, ma la scienza e la teologia più avvertita viaggiano in bel altra direzione.
Cara Sissi, chi ha paura dei mille volti dell’amore forse non sa amare. Tu troverai certamente le parole più adatte per riprendere un dialogo schietto e profondo con questa tua amica.
Abbi fiducia nella forza del dialogo.
Ti abbraccio forte.
don Franco Barbero (franco.barbero@viottoli.it – www.viottoli.it)

di Franco Barbero