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I VOLTI GAY E ANTIGAY DEL 2005

Due testate americane eleggono i personaggi dell’anno. A Zapatero e al film ‘Brokeback mountain’ un premio per il loro impegno per le persone glbt. A papa Ratzinger la corona dell’omofobo.

PISA – Zapatero e il team di ‘Brokeback Mountain’ si guadagnano la corona di ‘Persona dell’anno 2005‘ assegnata da parte della comunità gay e lesbica. Mentre Papa Benedetto XVI conquista meritatamente il titolo di ‘Persona anti-gay dell’anno‘… La duplice incoronazione avviene negli USA quasi contemporaneamente ma da parte di due diversi organismi; mentre la redazione e i lettori del network PlanetOut eleggevano la ‘Person of the Year’ del 2005, gli attivisti omosessuali cattolici statunitensi hanno consegnato al settimanale gay Washington Blade la loro ‘nomina’ destinata al Pontefice che ha escluso i gay dai seminari.
Il politico e i cowboy

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Il premio a ‘Person of the Year‘ è in realtà già di per sé duplice: quest’anno infatti, lo staff di PlanetOut, oltre alla tradizionale selezione operata direttamente dai redattori del sito, ha chiesto ai propri lettori di votare per incoronare il “2005 PlanetOut Inc. Person of the Year: Members’ Choice”. Il premio è rivolto alle personalità della politica, del cinema, della televisione, della musica, del turismo, degli affari, della moda o dello sport che hanno avuto l’impatto più profondo nella vita delle persone glbt durante il 2005. La scelta dei redattori del sito è caduta sul primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero, che è riuscito a far riconoscere i diritti matrimoniali alle coppie omosessuali del suo paese. «Diversamente da altri leader che dimenticano i loro impegni – ha commentato Tom Musbach, direttore delle news – Zapatero li ha mantenuti alla grande. Solo 14 mesi dopo la sua elezione la Spagna è diventata il terzo paese al mondo a permettere alle coppie omosessuali di sposarsi». Zapatero recentemente è stato onorato anche dalla rivista Out che gli ha conferito il premio per l’impegno umanitario dell’anno 2005.

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La scelta dei lettori invece è caduta su Ang Lee, James Shamus, Heath Ledger, Jake Gyllenhaal, Larry McMurtry e Diana Osana, creatori e interpreti del film di che, dopo aver vinto il Festival di Venezia, ha conquistato in pochi giorni gli spettatori americani. Così ‘Brokeback Mountain’, che uscirà in Italia a gennaio e che sembra favorito nella corsa agli Oscar, ha conquistato più preferenze dei tanti altri candidati, tra cui due primi ministri, una icona del rock e persino un pinguino gay.
Il pulpito più potente del mondo

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Il Washington Blade, invece, per sottolineare la crescente ondata di attivismo antigay in tutto il mondo, ha deciso di non assegnare il premio di ‘Personaggio gay dell’Anno’ ma piuttosto quello di ‘Persona anti-gay del 2005‘. E la scelta non poteva che cadere su Joseph Ratzinger, eletto 265esimo pontefice della Chiesa Cattolica lo scorso 19 aprile. Dall’alto di quello che alcuni definiscono come “il più potente pulpito del mondo”, papa Benedetto XVI nei suoi soli otto mesi di pontificato ha più volte preso iniziative in cui le persone omosessuali sono considerate delle minacce morali alla società. Dalla chiusura dei seminari per i gay alla pressione internazionale contro i diritti matrimoniali omosessuali, il Papa ha sollecitato più volte l’esclusione delle persone omosessuali dalla parità di diritti in tutto il mondo. «La sua retorica è oscena. Pretende a chiare lettere che si prendano provvedimenti nei confronti dei gay. Sembra quasi la Soluzione Finale» ha detto Kara Speltz, una attivista cattolica lesbica di Soulforce, l’organizzazione dedicata alla fine della discriminazione anti-gay in tutte le religioni.
Soprannominato il “rottweiler di Dio”, Benedetto XVI, secondo Chester Gillis del dipartimento di teologia della Georgetown University, affronta le tematiche omosessuali e di tipo sociale con l’intenzione di influenzare la politica pubblica: «Sa perfettamente che il tipo di dichiarazione che fa hanno implicazioni politiche – afferma Gillis – In questo modo spera di portare i poteri forti dalla sua parte, specialmente sulle cosiddette questioni sociali».
E dalla sua posizione questo compito diventa anche più facile: «Il suo è il pulpito più potente del mondo – prosegue Gillis – Magari non tutti concordano o seguono quello che lui dice, ma sicuramente ha le orecchie di tutto il mondo, e questa è una posizione molto privilegiata».
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