L’era dei Bossi, dei Borghezio e dei Gentilini sembra essere proprio tramontanta, checché ne dica il senatùr, se è vero che a via Bellerio, sede storica della Lega, al nuovo segretario Bobo Maroni è arrivata una richiesta che era a dir poco inimmaginabile ai tempi del "celodurismo" machista della Lega della prima ora.
"Il nuovo segretario Maroni riapra le porte ai leghisti gay – ha chiesto a gran voce Carlo Manera, segretario di Los Padania, l’associazione gay vicina alle posizioni leghista -. Il 15 per cento dei leghisti è gay o bisex. Tutti sanno che fin dai tempi della sua fondazione, molti big nella Lega erano chiacchierati per i loro amori omosex".
Secondo Manera nel Carroccio l’omosessualità sarebbe alquanto diffusa (al pari di qualsiasi aggregazione di esseri umani), ma sarebbe proprio il segretario della nuova era a fare in modo da ostacolare le carriere interne dei gay in camicia verde: "Maroni farebbe bene a riaprire al mondo gay, visto che fin dall’inizio siamo stati una componente importante del partito accettata da tutti, a un certo punto poi esclusa da Bossi. Se Maroni – ha concluso – vuole dare un’immagine liberale del partito, speriamo che faccia delle aperture sul tema dell’omosessualità, molti parlano bene ma poi razzolano male".
La palla passa adesso all’ex ministro, intento a ricucire gli strappi con il Pdl, almeno al nord: cosa risponderà?