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IL CAROSELLO DEL PRIDE

Ancora proposte per la manifestazione dell’orgoglio glbt 2005. L’ultima è di Arcigay e Arcilesbica finalmente insieme: andiamo tutti a Milano! Intanto le associazioni si incontrano a Roma.

BOLOGNA – Tutti a Bologna. No, a Roma. Andiamo a Milano! Il carosello del Pride 2005 sembra destinato a non fermarsi mai. E mentre si moltiplicano gli appuntamenti lanciati da questa o quella rete di associazioni per ritrovarsi finalmente tutti intorno a un tavolo e interrogarsi seriamente che cosa ne vogliamo fare della Manifestazione dell’Orgoglio GLBT, le due maggiori sigle nazionali, Arcigay e Arcilesbica, diffondono un comunicato congiunto (finalmente! Otto anni dopo la dolorosa separazione…) in cui propongono di organizzare per il prossimo anno un Pride Unitario (è questa la parola d’ordine…) a Milano.
“Andiamo a Milano!”
Per le due associazioni, che intendono questo gesto come un «primo atto di un nuovo patto di consultazione stretto tra le due principali organizzazioni omosessuali del paese», «un grande Pride a Milano, una delle capitali della comunità lgbt italiana, potrebbe essere il momento di raccolta di una grande partecipazione di piazza che mostri una presenza viva della comunità».
E Milano cosa ne pensa?
Paolo Ferigo, presidente dell’Arcigay Milano, saluta con favore la proposta delle associazioni nazionali: «Siamo naturalmente contenti e orgogliosi: organizzare un evento come questo è un onore. Abbiamo già cominciato a buttare giù alcune idee, pronti a dare il via alla loro realizzazione non appena questa proposta venisse accettata» afferma Ferigo, che precisa che un Pride milanese sarebbe stato fatto comunque, perché «la comunità locale lo richiede a gran voce».
Riguardo all’ipotesi di un Pride nazionale unico in tutto il paese, Ferigo non è molto d’accordo: «Il nostro circolo ha sempre sostenuto che non è necessario un Pride unico, ma è utile un Pride unitario. Le manifestazioni locali sono importanti, perché cambiano la situazione locale in maniera profonda, come è avvenuto quest’anno a Grosseto. Se poi l’idea del Pride unico nasce dall’esigenza di creare numeri maggiori riducendo le occasioni, credo che sia sbagliato: se non riusciamo a portare le persone nelle varie manifestazioni, cosa ci fa pensare che siamo in grado di portarle in una manifestazione unica?».
Un Pride sulle Unioni Civili
Secondo Cristina Gramolini, Presidente nazionale Arcilesbica, e Sergio Lo Giudice, Presidente nazionale Arcigay, al centro della rivendicazione del Pride 2005 di Milano dovrebbe esserci naturalmente ancora la tutela delle unioni civili, per «riproporre «con forza la necessità di una legge che riconosca i diritti delle coppie gay e lesbiche, anche in vista della discussione parlamentare sul Pacs (Patto civile di solidarietà)». Questo del Pacs è un punto di unione tra Arcigay e Arcilesbica, uno dei primi a otto anni dalla loro separazione avvenuta nel congresso del ’96: «L’intento è quello di coordinare gli sforzi per raggiungere questo risultato – concludono – confrontarsi insieme col resto del movimento e parlare con più forza all’opinione pubblica italiana».
Troviamoci e parliamone
A questo proposito, dopo le proposte lanciate dai mesi scorsi da Imma Battaglia del Di’ Gay Project e da Rossana Praitano del Circolo Mario Mieli, c’è un nuovo appuntamento, proposto dalle associazioni e dai singoli aderenti alla lista di discussione Forum GLBTQ Contro La Guerra, che si incontreranno a Roma il 9 ottobre, presso la sede del Mario Mieli. Al centro della discussione, il «significato di fare politica frocia, lesbica, trans, queer – ricerca di progetti e azioni comuni» e il «Pride – ricerca di contenuti comuni e pratiche di partecipazione».