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Il cervello dei papà gay funziona come quello di entrambi i genitori

Lo rivela uno studio israeliano: nel cervello anche le attività delle mamme etero

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Non che noi avessimo mai avuto dubbi sul fatto che una coppia gay, così come una coppia lesbica, possa svolgere perfettamente il ruolo di genitori al pari di una etero, ma a beneficio di tutti gli scettici (e ce ne sono tanti, ancora, purtroppo) arriva uno studio scientifico che lo dimostra.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa internazionale Reuters , uno studio svolto su 48 padri gay ha dimostrato che il loro cervello sviluppa attività tipiche sia dei padri che delle madri. Per stabilirlo, le attività cerebrali dei papà omosessuali sono state messe a confronto con quelle di papà e mamme eterosessuali. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su “Proceedings of the National Academy of Sciences” e sono il frutto del lavoro, tra gli altri, della neuropsichiatra Ruth Feldman dell’Università di Bar-Ilan, in Israele.

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Nelle 20 madri esaminate, prendersi cura dei piccoli mostra una maggiore attività nella parte del cervello destinato all’elaborazione delle emozioni e soprattutto in quella parte definita “amigdala” che nelle mamme si mostra cinque volte più attiva che nelle non-mamme. Nei 21 padri eterosessuali, invece, persone molto coinvolte nella crescita dei bambini ma con mogli o compagne che mantenevano comunque il ruolo principale, la parte del cervello che mostra dei picchi è quella destinata all’interpretazione dei bisogni dei bambini espressi attraverso il pianto.
L’esame del cervello dei padri gay, infine, che crescono i loro figli insieme ai propri partner, ha dimostrato che in loro entrambe le parti del cervello nominate sopra subiscono dei picchi: ovvero i loro circuiti emozionali erano tanto attivi quanto quelli delle mamme eterosessuali e i loro circuiti interpretativi mostravano la stessa attività di quelli dei papà eterosessuali.

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Lo studio ha dimostrato anche che più tempo un padre impegna nelle cure primarie del bambino, più le connessioni tra la parte cognitiva e quella emozionale si rafforzano. Questo è ancora più evidente nei padri gay.
Sappiamo che questo non farà cambiare idea ai detrattori più estremi dell’omogenitorialità le cui ragioni, in realtà, sono tutt’altro che scientifiche. Ma probabilmente faranno riflettere gli scettici, per così dire, “in buona fede”.