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Il Comune di Napoli verso le unioni civili

La Giunta De Magistris approva una proposta al Consiglio Comunale per istituire il Registro delle unioni civili e per dotarsi di una modulistica per l’autocertificazione delle famiglie anagrafiche.

^Verso il registro – La Giunta del Comune di Napoli ha approvato due delibere su proposta dell’Assessore alle Pari Opportunità Pina

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Tommasielli ed all’Anagrafe Elettorale Bernardino Tuccillo che avviano l’iter verso l’istituzione del Registro delle Unioni Civili. Con la prima delibera infatti la Giunta De Magistris approva una proposta al Consiglio Comunale per istituire il Registro dell’unione civile sulla base di un regolamento approvato dall’organo esecutivo del Comune. "Dopo il comune di Torino e quello di Milano – spiega Luigi de Magistris – anche Napoli compie un passo significativo verso il riconoscimento pieno dei diritti civili e per la piena attuazione della Costituzione".

I moduli per l’autocertificazione – Con la seconda delibera invece il Comune istituisce nel proprio ambito territoriale un sistema finalizzato ad

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attestare, integrando con propri modelli la modulistica anagrafica standard predisposta dall’Amministrazione Statale, la sussistenza di "una famiglia anagrafica costituita da persone legate da vincoli affettivi". "Sull’esempio dei Comuni di Padova e Bologna – spiega Pina Tommasielli – questa delibera riprende il decreto attuativo del 1989 della legge sull’anagrafe datata 1954 che nell’articolo 4 definisce la famiglia come ‘… un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune’ e colma, in attesa che si compia l’iter legislativo per l’istituzione del registro delle Unioni Civili, un vuoto di diritti per tutte quelle coppie che vedono negato il loro riconoscimento ai fini amministrativi".

Soddisfazione da Arcigay – Soddisfazione è stata espressa da Arcigay

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secondo cui "Dopo Torino anche Napoli dà al Paese un segnale di attenzione concreta alla famiglia omosessuale". E’ un segnale molto atteso dalle nostre famiglie e auspichiamo possa coinvolgere anche grandi città come Roma e Milano, storicamente troppo silenziose, se non avverse, a questi temi”, dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay. "La combinazione espressa dal Comune – continua il presidente di Arcigay –  è tutt’altro che simbolica e, almeno in ambito cittadino, consente alle coppie gay di accedere a servizi e opportunità concrete. Lo slancio che viene da Napoli deve essere tradotto dal legislatore italiano che non deve esprimere più esitazioni sul matrimonio gay, unico provvedimento che garantirebbe piena parità per tutti i cittadini".

Fabrizio Sorbara, presidente di Arcigay Napoli aggiunge che "Napoli sarà la prima a usare questa formula, con certificazione anagrafica e registro, e  speriamo possa essere esempio per tutte le altre città".