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Il design d’avanguardia ai piedi di Marloes Ten Bhömer

Le incredibili scarpe della designer olandese Marloes ten Bhömer sono vere e proprie opere d’arte. Indossarle? L’ultima sfida delle drag inglesi che farebbero di tutto pur di possederne un paio.

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Le drag d’Oltremanica ne vanno pazze, anche se ogni volta che vengono indossate rappresentano una vera e propria sfida alla resistenza di caviglie e talloni: sono le eccentriche scarpe di Marloes ten Bhömer, designer ventinovenne olandese naturalizzata britannica e specializzata in estremità, anatomiche ma anche concettuali.

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Cresciuta professionalmente alla Arnhem Academy, dopo aver lavorato con i creativi metrosexual Viktor & Rolf e in seguito con Fredie Stevens, specializzato in design calzaturiero sperimentale, è approdata a lavorare con Tod’s e ha iniziato fruttuose collaborazioni con Boudicca e Alexander McQueen.

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Nella sua linea chiamata Hunt ha realizzato creazioni originali che lei stessa non chiama scarpe, bensì semplicemente "oggetti che circondano il piede". Nel suo catalogo si trovano pezzi alquanto bizzarri: dalle scarpe color mostarda in fibra di carbonio a futuristiche zeppe himalayane dal profilo cubista. Altro che Manolo Blahnik, stilista di culto lanciato da Sex and the city: l’ultima sfida in fatto di feticismo podologico sono proprio le ardite geometrie ad altezza tacco dell’impronunciabile Marloes.

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Eppure, nonostante i critici sostengano che i suoi zoccoli-sculture siano più adatte ad essere esposte in un museo piuttosto che essere utilizzate da comuni pedoni, lei replica seccata che sono state fatte per essere indossate e rivendica le sue origini olandesi: «Forse gli zoccoli non sembrano creati per essere indossati. Ma se ti trovi in una fattoria e una mucca cammina sulla tua scarpa di legno al posto del tuo piede, uno zoccolo diventa assai pratico! Penso che la principale fonte d’ispirazione nel mio lavoro sia il fatto che la gente è interessata al lato oscuro e non comprensibile delle cose. Ovviamente è qualcosa che è sempre esistito, ma penso che diventi sempre più comune. In parte è dovuto al fatto che siamo circondati da una quantità sorprendente di aggeggi e applicazioni elettroniche». E quando le si domanda se intenderà dedicarsi a creazioni più convenzionali, la risposta è esemplare: «Il mondo è abbastanza noioso così com’è».