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Il film sulle adozioni gay “Any Day Now” vince a Giffoni

Al Giffoni Film Festival dedicato ai ragazzi vince nella sezione ‘Generator +18’ il commovente dramma di Travis Fine con Alan Cummings sulle adozioni gay. Presenti Naya Rivera e Sacha Baron Cohen.

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Ci aveva commosso all’inaugurazione del Togay ad aprile e adesso trionfa al Giffoni Film Festival: il dramma tratto da una storia vera Any Day Now di Travis Fine, su una coppia gay che negli anni ’70 cerca di adottare un bimbo down abbandonato dalla madre tossicodipendente, ha conquistato il giovane pubblico del festival salernitano dedicato ai ragazzi, vincendo il Grifone d’Oro nella categoria destinata ai maggiorenni, Generator +18. A votare erano più di tremila giurati arrivati da tutto il mondo.

Già molto apprezzato nei festival internazionali – si è aggiudicato il premio del pubblico a Chicago, Seattle, Provincetown, al Tribeca, all’Outfest e altrove – Any Day Now vanta una delle migliori interpretazioni dell’attore scozzese Alan Cummings, perfettamente a suo agio nel ruolo del protagonista, la drag queen Rudy Donatello. In un locale gay di West Hollywood dove lavora, Rudy conosce e si innamora del vice procuratore distrettuale Paul Fliger (Garret Dillahunt), col quale cercherà di ottenere in adozione Marco (Isaac Leyva), il figlio down della vicina di casa tossicodipendente Marianna (Jamie Ann Allman) a cui viene sottratto dagli assistenti sociali.

In magico equilibrio tra dramma giudiziario e melò famigliare (l’alchimia amorosa fra il caparbio e a tratti isterico Rudy e il pacato Paul è straordinaria), Any Day Now non ha ancora, scandalosamente, una distribuzione italiana.

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Il progetto è nato tra l’altro per una curiosa assonanza fra la vicenda raccontata e una simile vissuta dal regista eterosessuale: «Un giorno è successo – spiega Travis Fine -, è arrivato il momento in cui ho scoperto il mio legame profondo e personale con questa storia. Ero letteralmente a terra, a piangere per l’alienazione genitoriale praticata dalla mia ex moglie, che ha definitivamente distrutto lo stretto e dolce rapporto che avevo con la mia primogenita. Mentre le lacrime scorrevano sul mio viso, mi sono domandato: “Che diritto ha questa donna di separarmi da mia figlia?”».

«In quel momento – continua Fine – ho capito che il dolore di Rudy non era esclusivo. Non era un dolore gay o un dolore etero. Non era un dolore bianco o un dolore nero. Non era un dolore da ricchi o un dolore da poveri. Era il dolore universale sofferto da tutti coloro che si sono visti portare via un figlio contro la loro volontà. E quel giorno, nel momento in cui sentivo un dolore apparentemente insanabile, ho capito perché dovevo realizzare Any Day Now».

Nella categoria Generator +16 ha vinto la coproduzione iberico-messicana La Jaula de Oro di Diego Quemada-Diez che presenta un elemento gender: uno dei tre adolescenti guatemaltechi in miseria che cercano di raggiungere gli States è in realtà una ragazzina travestita da maschio. Verrà distribuito in Italia da Parthénos.

Tra gli ospiti vip presenti alla cinemanifestazione segnaliamo Naya Rivera, acclamata star di Glee (interpreta la cheerleader lesbica Santana Lopez) che ha ricordato il suo collega recentemente scomparso Cory Monteith: «Oggi in me c’è un misto di felicità e tristezza. Stare qui, in mezzo a questi ragazzi, è un modo per onorare anche Cory».

Grande accoglienza anche per l’ex giornalista gay Brüno, ossia il camaleontico Sacha Baron Cohen che ha dichiarato di non far più parte del progetto sul film dedicato ai Queen in cui avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Freddie Mercury: «Sono sempre stato fan dei Queen – ha dichiarato l’attore inglese – e mi avrebbe dato gioia partecipare a questo lungometraggio. Poteva essere una grande esperienza per me. Anzi: per quelle poche informazioni che ho sul progetto, credo che sarà comunque un film importante».