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IL ‘GRANDE DONO’

Basta con le rigide leggi del mercato, dove nulla avviene se non per il guadagno. A Parigi un gruppo di folli volenterosi regala ai passanti oggetti d’ogni tipo. Un mercatino senza soldi.

Molti i temi “caldi” di questa settimana.
La perdurante ascesa dei prezzi del greggio che rischia di minare sempre più i ritmi di crescita delle economie del globo, le conseguenti spinte inflazionistiche che alimentano la corsa al rialzo dei tassi di interesse (ennesimo ritocco all’insù da parte della Fed, negli Stati Uniti, e possibile rialzo a breve da parte della Bce per la zona europea), la costante debolezza del dollaro che potrebbe a lungo termine destabilizzare i già delicati equilibri finanziari tra occidente ed oriente, la riforma del patto di stabilità in Europa, il crollo dei consumi (per non parlare della modestissima crescita) e la brusca frenata nella domanda di case in Italia.
Tutti ingredienti che hanno innervosito non poco i mercati finanziari, e di conseguenza le borse, per le quali abbiamo assistito ad una piccola inversione in negativo del trend, dopo una fase dall’andamento “laterale”.
Penalizzati gli energetici (nonostante gli alti prezzi del petrolio), le utilities e qualche bancario (settore comunque sotto i riflettori per le vicende delle probabili Opa su BNL ed Antonveneta), in timida risalita i telefonici, per troppo tempo trascurati dagli operatori e con buone prospettive di crescita per l’immediato futuro.

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LA LENTE DI INGRANDIMENTO
In questo mondo regolato dalle leggi di mercato, dominato dalla speculazione, caratterizzato dal concetto di proprietà e di guadagno, vogliamo parlarvi in questa occasione non di strumenti finanziari, non di listini ed azioni o quant’altro possa essere ricondotto al “Pianeta Affari”, bensì di un piccolo miracolo nato sulle rive della Senna, un vero e proprio schiaffo al moderno capitalismo: il Grande Dono, ovvero un mercatino dove gli oggetti non si comprano né si vendono, ma si portano semplicemente via.
L’idea nasce a Parigi, dove un gruppo di ragazzi decide di riunirsi ogni due mesi in punti strategici della città (come ad esempio il Pont Marie), esponendo oggetti di ogni genere, nuovi od usati, quali vestiti, libri, giocattoli, mobili, elettrodomestici…
E fin qui sembrerebbe un mercatino come tanti altri, se non che qui di diverso c’è il fatto che non occorrono soldi: basta scegliere e portar via ciò che più ci piace.
Unica condizione è che gli oggetti possano essere trasportati anche a piedi dalle persone.
Ogni donatore “abborda” amichevolmente i passanti (increduli aggiungiamo noi) offrendo loro di prendere un oggetto e di portarselo via.
Il tutto ovviamente ha fine quando gli oggetti stessi sono terminati.
E’ un dono collettivo (il “Grand Don” appunto) fatto da sconosciuti per altri sconosciuti, dove si può prendere e dare qualsiasi cosa, senza scopo di lucro o pubblicità alcuna, ma forse con l’intento di dare provocatoriamente un calcio a questa società di mercato.
Inutile dire che tale iniziativa ha suscitato sorpresa e curiosità, spiazzando gran parte dell’opinione pubblica abituata a vivere in questo mondo denaro-dipendente, e dove la parola “gratis” appare sempre più quasi come un lontano miraggio o come l’aggettivo di una trappola di marketing tesa per irretire moltitudini di consumatori.
Dietro al Grande Dono non ci sono strutture, non ci sono sponsor, associazioni religiose o caritatevoli, non c’è nemmeno una sede (l’unico riferimento è il sito www.granddon.free.fr), ma solo un gruppo di volenterosi che ha deciso di stravolgere le regole comuni, creando un clima nuovo di socializzazione.
In questa epoca di corsa affannata alla ricchezza non è roba da poco, ed in mezzo a fondi o azioni, a mercati finanziari ed asset allocation, a noi piaceva raccontarvi di questa piccola favola moderna.

di Sirio Belli