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Il no all’ambasciatore gay arriva direttamente da Bergoglio

Secondo fonti vaticane sarebbe stato proprio il pontefice a pronunciare il no definitivo.

Il no a Laurent Stefanini come ambasciatore della Francia presso la Santa Sede, sarebbe arrivato direttamente da Bergoglio. A riferire l’indiscrezione, giunta da fonti vaticane, è il sito ultra cattolico La Nuova Bussola Quotidiana. In un editoriale firmato dal direttore Riccardo Casoli, in cui si esorta il Vaticano a non cedere difronte alla richiesta dell’Eliseo di ratificare la nomina dell’ambasciatore, si legge che “la risposta vaticana di accettazione, che normalmente non tarda più di sei settimane, non è ancora arrivata e la settimana scorsa i giornali francesi hanno parlato chiaramente di rifiuto dovuto all’omosessualità nota di Stefanini, rifiuto che – dicono alcune fonti – viene direttamente dal Papa”.

La nomina da parte di Parigi, dell’ambasciatore, la cui colpa sarebbe quella di essere dichiaratamente gay e di non avere mai dichiarato, di contro, di praticare la castità, risale allo scorso 5 gennaio, e da allora nessuna risposta ufficiale è giunta da Oltretevere. Molte, invece, sono state le pressioni , in un senso e nell’altro, esercitate su Roma. Da una parte, la Curia Romana, il portavoce di Manif pour Tous Francia, ma anche il nunzio apostolico di Parigi, a sostenere che bisognava rispondere con un secco no a quella che veniva interpretata come una provocazione di Hollande. Dall’altra, non la comunità lgbt, ma addirittura il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi ed ex capo della Conferenza Episcopale Francese che aveva accolto con favore la scelta di Stefanini e aveva inviato una lettera a Bergoglio chiedendogli di accettare la nomina.