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Il Pdl? Partito troppo confessionale. Lo sfogo del deputato

Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, si sfoga: il Pdl è una specie di “riedizione involuta della Dc” che non riesce nemmeno ad “approvare una legge sull’omofobia”.

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Un partito "troppo confessionale", una specie di "riedizione involuta della Dc", un partito "che arriverà all’implosione, come il Pd". Questo, in una intervista a La Stampa, il ritratto che Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, fa del Pdl, pur sottolineando che, almeno per ora, non lo lascerà. "Vivo questa fase – spiega – con un profondo malessere. Non condivido la politica economica del governo che non tassa i grandi patrimoni e si accanisce sui soliti noti del reddito fisso. Da laico non condivido le proposte sul testamento biologico. Non è possibile approvare una legge sull’omofobia. Coloro che dissentono dalla linea del partito sono destinati all’emarginazione".

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Dubbi, molto forti, dunque, sul futuro del Pdl. E intanto, Vizzini ribadisce di volersi presentare alle comunali del 2012 con la lista Oltre le appartenenze per una primavera di Palermo: "i partiti tradizionali – spiega – non sono in grado di intercettare i fermenti che ci sono nella società. Palermo è sull’orlo della bancarotta e non è il caso di scimmiottare lo scontro tra centrosinistra e centrodestra. Se domani Alfano mi dice ‘ok, sarai tu il nostro candidato’, io gli direi di no perche’ qualunque candidato del Pdl non ce la farebbe. Come a Napoli e Milano".