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Il premier irlandese: “Votare sì al matrimonio egualitario”

Enda Kenny, leader del partito di centro destra Fine Gael, lancia un appello agli elettori

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“Votate sì al matrimonio egualitario”. È questo l’appello che il premier irlandese Enda Kenny ha rivolto ai suoi cittadini che il prossimo 22 maggio saranno chiamati ad esprimersi in un referendum sulla possibilità di estendere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Una legge che modificherà la Costituzione del paese, se passerà il sì alla consultazione.
Il primo ministro ha approfittato del congresso del suo partito, il conservatore Fine Gael (che aderisce al Partito Popolare Europeo ed è in coalizione con i laburisti) tenutosi durante il week end appena trascorso, per lanciare il suo messaggio a favore del matrimonio egualitario. Kenny ha fatto appello al patriottismo degli irlandesi che nel 2016 festeggeranno il centenario della Rivolta di Pasqua, quando i militanti repubblicani tentarono di ottenere l’indipendenza dall’Inghilterra. Un evento considerato un punto di svolta nella storia della formazione della Repubblica irlandese.

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“Ci avviciniamo al centenario di quella rivolta – ha detto Kenny – e un “Sì“ credo che sarebbe un potente messaggio a livello internazionale sul cammino compiuto dall’Irlanda per diventare una nazione giusta, compassionevole e tollerante”. Kenny come Cameron, insomma. Nel regno Unito, infatti, il premier conservatore è stato uno dei maggiori promotori dell’estensione del matrimonio anche alle persone lgbt.
In Irlanda le coppie gay e lesbiche possono già legalizzare le loro unioni con le civil partnership che non prevedono, però, tutti i diritti e i doveri del matrimonio. Una recente campagna di raccolta firme ha promosso il referendum che si terrà, appunto, il prossimo 22 maggio. I sondaggi sono tutti largamente a favore del sì (si parla addirittura di percentuali che superano l’80 per cento dei favorevoli). La cattolicissima Irlanda, dunque, si appresta a diventare il nono paese europeo a riconoscere alle persone gay e lesbiche il diritto di sposarsi.