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IL PROCESSO GAY DELL’ANNO

Così è definito quello svoltosi ieri davanti alla Corte Suprema: due uomini sono stati sorpresi dalla polizia a fare sesso gay in casa loro. Ma in Texas non si può. E ora gli attivisti si ribellano.

HOUSTON – Si è svolto mercoledì mattina davanti alla Corte Suprema americana l’udienza del caso Lawrence e Garner contro lo stato del Texas, la sfida sulle leggi sulla sodomia che Ruth Harlow del Lambda (foto) ha definito «il più importante processo gay di questa generazione».

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I due uomini, John Lawrence e Tyron Garner di Houston, furono sorpresi, quattro anni fa, a fare sesso nell’appartamento di Lawrence dalla polizia, chiamata da una telefonata che segnalava un’effrazione e colpi di arma da fuoco. In Texas, i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso sono vietati, anche se consensuali e svolti in luogo privato. Così i due passarono una notte in galera e pagarono una multa di 200 dollari.
Ma gli attivisti di Lambda, una associazione di giuristi che tutelano gli omosessuali, fece del caso una sfida contro le leggi sulla sodomia. E così la vicenda è finita davanti alla Corte Suprema. A parlare per conto dei clienti del Lambda è stato Paul Smith, un esperto costituzionale con parecchie apparizioni nella Suprema Corte sulle spalle.
Alcuni membri della corte non hanno tentato di celare la loro posizione riguardo il caso: Smith è stato martellato di domande dal giudice Antonin Scalia, considerato uno dei membri più conservatori della Corte, che, alternandosi con il giudice Capo William Rehnquist, ha chiesto a Smith di spiegare come il diritto a intrattenere rapporti sessuali omosessuali può essere considerato profondamente radicato nella storia nazionale americana, o come può essere accostato alle altre “alte” definizioni della Corte di “diritto fondamentale”.
Il divieto sulla sodomia omosessuale, ha sottolineato Smith, non è una lunga tradizione americana, ma uno sviluppo piuttosto recente. Come è stato ammesso anche dall’oppositore di Smith, il Procuratore distrettuale della Contea di Harris, Charles Rosenthal, la legge sulla condotta omosessuale del Texas è stata approvata non nel 1873 ma nel 1973. Per quanto riguarda il diritto fondamentale ad avere rapporti sodomitici, secondo Smith sarebbe più appropriato fare riferimento al diritto a condurre una vita sessuale privata, consensuale, non commerciale senza interferenza da parte del Governo.

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E se la penetrazione anale fosse stata criminalizzata da tutti gli stati nel passato, ha supposto Scalia (foto), e se molti stati avessero poi abolito le loro proibizioni? Questo renderebbe la sodomia un “diritto fondamentale”? E riguardo all’obiezione secondo la quale la legge del Texas violerebbe le norme sull’uguaglianza trattando il sesso omosessuale in maniera differente rispetto a quello eterosessuale, Scalia ha osservato che le leggi sullo stupro si applicano solo agli eterosessuali: “Sono incostituzionali anche quelle?” ha chiesto.
Parlando dell’uguaglianza, Smith è tornato al concetto centrale che finché uno stato non passa il “test di razionalità”, vale a dire, finché non fornisce una spiegazione razionale al legame che unisce la legge e l’interesse legittimo dello stato, una legge discriminatoria non può passare indenne lo scrutinio costituzionale.
Significativa su come la pensano alcuni membri della corte è stata la domanda di Rehnquist: «Se voi vinceste questo processo – ha detto il giudice – come potrebbe uno stato proibire agli omosessuali di insegnare negli asili?». Una tale proibizione, ha replicato Smith, dovrebbe anch’essa passare la prova delle basi razionali.

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Tutti gli occhi erano fissati sui magistrati esterni, Sandra Day O’Connor (foto) e Anthony Kennedy. Ma al contrario di molti dei loro colleghi, loro non si sono esposti. O’Connor ha chiesto a Smith se, secondo lui, il Texas potrebbe risolvere la questione della uguaglianza mettendo fuori legge il sesso anale e orale tra eterosessuali. Smith ha risposto che una tale revisione violerebbe ancora i diritti alla privacy.
Più tardi, ha domandato se lui stesse chiedendo alla Corte di utilizzare uno standard di critica più elevato rispetto a quello “di razionalità”. Dal momento che la legge non potrebbe essere tollerata dallo standard più basso, ha detto Smith, un livello più alto di critica non sarebbe necessario. I pochi commenti compiuti da Kennedy hanno rivelato altrettanto poco del suo modo di pensare.
Parlando per conto dello stato, Charles Rosenthal ha cercato di spiegare l’interesse del Texas nel vietare il sesso omosessuale, facendo spesso riferimento ad appelli alla moralità, al matrimonio e alla procreazione. Una spiegazione che sembra non aver convinto il giudice Breyer, che descritto la posizione dello stato, illustrata dal Procuratore, con la frase: «Non mi piaci. E non so spiegarti perché».
Mentre il giudice Stevens ha parlato poco, e il giudice Thomas per niente, gli osservatori scommettono che il primo voterà con Breyer, mentre Thomas dovrebbe schierarsi con Scalia e Rehnquist a favore dello stato. Ma le previsioni nei processi sono una pratica pericolosa, e pochi analisti si azzarderebbero a dire chi avrà la maggioranza e chi la minoranza in questa fase.
Ciononostante, gli attivisti gay e gli avvocati erano visibilmente soddisfatti dopo il dibattito, e l’aria era ottimista. La corte dovrebbe pronunciare il suo verdetto a giugno o luglio prossimi.

di Ann Rostow – Gay.com/PlanetOut