Il vice di Le Pen è gay: violazione della privacy o ipocrisia svelata? - closer philippot2 - Gay.it Archivio

Il vice di Le Pen è gay: violazione della privacy o ipocrisia svelata?

I paparazzi scoprono la verità. Lo scandalo è la privacy violata o l’ipocrisia rivelata?

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Succede sempre così. Succede che, prima o poi, si scopre la verità. Certo, spesso avviene con metodi poco ortodossi e questo fa sì che si tenti di deviare l’attenzione proprio su quei metodi per distoglierla dalla sostanza, perché la verità con tanta cura nascosta risulta scomoda e alza il velo sull’ipocrisia che anima le azioni politiche più becere e violente. Ed è successo di nuovo, in Francia, questa volta dove i paparazzi di un noto magazine scandalistico, Closer (lo stesso che rivelò l’esistenza di un’amante del presidente Hollande), hanno fotografato il braccio destro della leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, durante un week end a Vienna in compagnia di un uomo. Lui, Florian Philippot, il protetto di Le Pen che si è scagliata con veemenza contro l’approvazione della legge sul matrimonio egualitario in nome della cosiddetta famiglia naturale, fianco a fianco con Manif pour Tous e compagnia cantando.

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Nel servizio fotografico, ripreso in copertina e intitolato con sarcasmo “Sì all’amore per tutti”, Philippot appare con quello che il magazine definisce il suo compagno: un giornalista televisivo il cui nome non viene svelto. Closer ricorda anche che Philippot aveva anche tentato di alleggerire la posizione ufficiale della sua leader, sulla questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso definendola “una questione marginale”. Di certo, però, è il vicepresidente di una delle forze politiche che più di altre ha battagliato contro i diritti delle persone lgbt all’ombra della Tour Eiffel.
Ora delle foto mettono a nudo una doppiezza a cui siamo sempre più avvezzi, specialmente da parte dei più strenui oppositori dell’affermazione dei diritti civili. Del resto, che l’omofobia sia spesso indice di omosessualità repressa lo dicono sempre più studi scientifici, non riveliamo niente di nuovo. Adesso, però, tutti a Parigi urlano alla violazione della privacy, Marine Le Pen in testa, naturalmente.

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“È un’offesa molto grave alle libertà individuali (individuali?) – ha dichiarato la leader del Fronte Nazionale -. Questo tipo di comportamento è insopportabile. Lo dico quando riguarda Florian Philippot come quando riguarda il presidente François Hollande. La vita privata è sacra. È tutta colpa dei magistrati. Perché quando si tratta di violazione della privacy condannano i giornali a somme ridicole”. Ma il coro è unanime, da destra a sinistra: del resto, il pensiero che prima o poi possa toccare a tutti non può che scatenare disinteressata e sincera solidarietà. Certo, la violazione della privacy è una pratica odiosa e, a suo modo, violenta. Ma l’ipocrisia di chi pretende di decidere della vita altrui, stabilendo chi è lecito amare, con chi è lecito costruirsi un futuro e una famiglia, non lo è meno. Sì, è violenta anche quella perché impedisce la felicità a migliaia di persone e perché, che lo ammettano o no, è l’humus di cui si nutre la violenza fisica.

di Caterina Coppola