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Imam di Washington celebra nozze gay tra musulmani

L’imam Abdullah, un afroamericano convertito all’Islam che guida la moschea progressista di Washington, si dice disponibile a sposare coppie di musulmani gay e a garantire la massima discrezione.

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Daayiee Abdullah, il primo imam musulmano dichiaratamente gay si è detto disponibile a celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso. «Ritengo che siamo all’inizio di un movimento per un Islam più inclusivo in America», ha detto Abdullah a margine di un incontro a Washington, organizzato per la proiezione del documentario “Sono gay e musulmano”. Alcuni dei giovani tra il pubblico non hanno nascosto la loro sorpresa per una presa di posizione ritenuta assolutamente impensabile. Mentre sempre più stati procedono nella legalizzazione delle unioni gay, l’omosessualità rimane infatti un argomento tabù all’interno di molte comunità di immigrati negli Stati Uniti. In molti Paesi d’origine, come l’Arabia Saudita o il Sudan, l’omosessualità può essere punita perfino con la morte.

Molti gay americani di fede islamica che a Washington vivono in maniera abbastanza aperta il loro orientamento sessuale, quando si tratta di affrontare l’argomento del matrimonio, rimangono perplessi. Soprattutto, di fronte alla prospettiva di dover comunicare la notizia ai parenti, che nei Paesi d’origine potrebbero diventare oggetto di rappresaglie o perfino finire in carcere, se la cosa diventasse di pubblico dominio. L’imam Abdullah, un afroamericano convertito all’Islam che guida la moschea progressista Luce della Riforma di Washington, lo sa bene e per questo assicura la massima discrezione. In silenzio, aiuta le coppie di musulmani gay a sposarsi, dando loro consigli e mantenendo un basso profilo per le cerimonie. Non solo, in epoca di social network, Abdullah chiede che sui matrimoni venga mantenuto il silenzio, invitando le coppie e i loro amici a evitare di postare notizie e immagini su Facebook, Twitter e gli altri social media.