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In 150mila a Roma: “Il Pride è il nostro 25 aprile”

Nonostante un caldo torrido, il Roma Pride ha registrato più del doppio delle presenze previste, al grido di “vogliamo tutto”. Unica parlamentare Paola Concia: “Politica facesse un salto nella realtà”

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"La notizia è ufficiale: siamo 150 mila". E’ quasi un urlo di gioia quello che dal megavolo del carro del comitato organizzatore arriva ai partecipanti al Roma Pride quando il corteo deve ancora giungere a Piazza Bocca della Verità. Contro ogni previsione, quindi, e contro un caldo africano che ha davvero messo a dura prova la comunità lgbt che ha sfilato per le vie della Capitale, anche quest’anno la parata dell’orgoglio lgbt ha fatto valere il suo peso. Non sono mancate, naturalmente le drag queen, le trans con i loro corpi in bella mostra, i costumi eccentrici e tutto ciò che rende il Pride una manifestazione inconfondibile. Ma a farla da padrone sono state le rivendicazioni che la comunità lgbt ha portato in piazza. "Vogliamo tutto" recitava lo slogan riportato sullo striscione d’apertura, e l’inno era non a caso "I Want it All" dei Queen.

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Fabrizio Paoletti parla a nome della "Rete dei genitori Rainbow": "Siamo genitori con figli nati in una relazione eterosessuale che poi si scoprono omosessuali. Da questo momento in poi non abbiamo piu’ diritti, non possiamo amare in libertà e neanche adottare bambini". "Orlando e Bruno, 47 anni d’amore senza diritti", si legge invece, sul cartello di una coppia che è ormai diventata emblematica per il movimento. Ma una delle immagini più gettonate di questo Pride è quella di due ragazzi vestiti come i calciatori della nazionale, con tanto di pallone in mano. "Ci siamo conosciuti – hanno raccontato ai microfoni di Radio Popolare – e abbiamo scoperto che la passione per il calcio era una cosa che ci accomunava. Ci amiamo, stiamo insieme da tanto tempo, ora vogliamo sposarci. Cassano? Dovrebbe imparare a parlare almeno come gioca a calcio".

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"Sono l’unica deputata presente a questo corteo – ha commentato Paola Concia, onorevole del Pd, accompagnata dalla moglie Ricarda – e non è un bel segnale. La politica facesse un tufo nella realtà e si desse una svegliata. Potremmo approvare la legge contro l’omofobia in un giorno, se volessimo".
"Il senso di questo slogan – dice Vladimir Luxuria, appena scesa dall’autobus a due piani- è che siamo stati per troppo tempo in difesa e adesso è giunta l’ora di andare all’attacco per conquistare finalmente diritti civili pari a quelli dei Paesi moderni". I due temi principali sono naturalmente, dice ancora Luxuria, quelli delle "unioni civili e di una legge contro l’omofobia. "Mi chiedo spesso – aggiunge – se quando i nostri vari premier vanno all’estero e incontrano i loro colleghi si rendano conto che in Italia esiste un’emergenza sui diritti civili. Mi auguro che alle prossime elezioni si presenti una coalizione che sui nostri temi non abbia più ambiguità e abbia una linea chiara. Vorrei votare per un partito con idee chiare – sottolinea ancora – noi non faremo sconti su questo; e soprattutto che non deleghi alle autorità religiose temi così delicati".

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"Non occorre andare Oltralpe – aggiunge Rossana Praitano, presidente del Circolo Mario Mieli -. Anche la Consulta ha detto sì alle coppie gay. Adesso sta alla politica legiferare".
"Il Pride di Roma, a cui l’IdV ha partecipato con un carro allestito dai giovani del partito – aggiunge Franco Grillini, responsabile dei diritti civili per il partito di Di Pietro -, coincide con il centenario della nascita di Alan Turing, genio, omosessuale, grande eroe della seconda guerra mondiale nella lotta al nazismo, vittima delle leggi omofobiche di allora. Ma coincide anche con la riapertura in Italia del dibattito sui diritti civili e sul matrimonio gay dopo la presa di posizione del presidente Usa Obama e la vittoria di Hollande in Francia". "Se si esclude la destra italiana che è la peggiore d’Europa – continua Grillini -, la più clericofascista, la più omofoba, non c’è dubbio che oggi una delle priorità della politica sia quella dei diritti civili a partire dalla richiesta del movimento Lgbt dell’estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali. Chi afferma il contrario non vuole il cambiamento del paese e non vuole la modernizzazione dell’Italia".

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"Vogliamo tutto anche noi e abbiamo partecipato al Roma Pride 2012 per ribadirlo – ha aggiunto Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà nel Consiglio regionale del Lazio -. Non possiamo tollerare ulteriori aggressioni o discriminazioni.  Un Paese migliore è un Paese in grado di porre fine alle ingiustizie. Chi intende ancora strumentalizzare e creare nuovi veti sul tema delle unioni fra persone dello stesso sesso, dunque, agisce non solo contro tantissime persone a cui non vengono riconosciuti diritti sacrosanti, ma anche contro l’interesse generale".
Quando la testa del corteo è giunta in Piazza Bocca della verità, la coda era ancora in via San Gregorio, un dato che dimostra l’ampia partecipazione che dal palco è stata ribadita ancora una volta, insieme a quel "vogliamo tutto", slogn destinato a durare ben oltre la fine di questa giornata. Dal palco della piazza conclusiva, infatti, Rossana Praitano ha  concluso: "Siamo 150mila! Il Pride è il nostro 25 Aprile".