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IO LAVORO E PENSO A TE

In affari col partner, per stare sempre insieme. E se poi ci si lascia e ci si ritrova col negozio, lo studio, interessi economici condivisi?

Quando si ama una persona si desidera trascorrere con lei la maggior parte del proprio tempo, soprattutto all’inizio. Non perdere un attimo del piacere reciproco di guardarsi, di toccarsi, di conoscersi meglio. C’è una vera e propria “bulimia” di contatto, si vorrebbe diventare una sola cosa con l’altro, ritrovare quella condizione originaria di fusione. E l’amore è così, soprattutto all’inizio, ma non solo. Riporta ad antiche memorie infantili. E’ caldo e protettivo e, nello stesso tempo, è qualcosa che sommerge e incendia, una potenza: “in te vedo quella parte di me che sei tu” diceva Anais Nin. L’amore è anche paura, paura che qualcosa possa cambiare, paura che le cose belle scorrano via col passare del tempo, che scivolino fra le dita senza quasi rendersene conto. Tutti abbiamo esperienza di storie finite senza un perché, evaporate o dissolte prima che potessimo renderci conto della perdita. E’ fragile, l’equilibrio dell’amore, e richiede presenza e pensieri. Richiede attenzione al corpo dell’altro, ai suoi bisogni, ,ma anche ai sentimenti e al carattere.

Molte coppie decidono, per queste ragioni, e a volte anche per motivi di convenienza, di mettersi a lavorare insieme. Uno dei due rinuncia alla sua attività per associarsi a quella dell’altro, oppure si fa tabula rasa del passato e si immagina qualcosa di totalmente nuovo. Si crea uno spazio professionale che nasce come appendice della propria coppia, sicuri che l’amore lo renderà agevole, fecondo, privo di quella conflittualità usuale in qualsiasi ambiente. A volte è l’occasione per mettere in piedi l’impresa a cui si pensava da una vita, o tentare una avventura creativa. In due è più facile. E’ anche un modo, soprattutto per le coppie omosessuali, che ancora, purtroppo, non hanno la possibilità davanti alla legge italiana di sposarsi o di regolarizzare la convivenza, di mettere delle basi che danno sicurezza. Qualcosa che cementa il legame, vista l’ostinata negazione a concedere pari possibilità per tutti i tipi di coppie, come avviene in molti altri paesi europei.(e, per fortuna certi avvenimenti recenti su questo tema hanno movimentato i media provocando un dibattito politico e culturale molto interessante che si spera abbia sbocco in soluzioni politiche)

Ci sono esempi importanti di coppie solide, che hanno realizzato moltissimo, come gli stilisti Dolce e Gabbana, come Alessio De Giorgi e Christian Panicucci. E poi tante coppie anonime che hanno messo su imprese, studi di grafica o di computer design, che hanno aperto negozi e studi professionali. Non sempre, però, il legame è destinato a durare. Sono numerose e bizzarre, difficilmente classificabili , le varianti che possono infilarsi all’interno di una coppia e causare una lacerazione, uno strappo destinato a non ricucirsi. E magari ci si ritrova con un negozio, uno studio, interessi economici condivisi. Come si fa? Qual è il comportamento migliore?

Il problema è soprattutto della parte “debole” , del partner che viene lasciato, e che magari è costretto a subire, tutti i giorni, la presenza dell’uomo che ama ancora, le sue telefonate amorose e sussurrate al nuovo compagno, le sue richieste” ho un impegno, è importante, ti prego, occupati tu di quel cliente, ti renderò il favore”

E si rimane lì, imbambolati e feriti, ricordando la complicità perduta, invidiosi e gelosi di quella nuova storia e comunque della nuova vita che l’ex partner si sta ricostruendo. Si ricordano i momenti in cui si divideva tutto , quando nessuna interferenza esterna poteva intromettersi nel microcosmo perfetto dell’armonia di coppia.

E’ meglio scappare a gambe levate o rimanere , soprattutto se andarsene significa perdere soldi e sicurezza?

Credo sia molto soggettivo.

Se siete in grado (occorre un po’ di tempo, la ferita deve essere meno fresca , meno bruciante) di pensare serenamente che nella vita ogni cosa è impermanente, che tutto è soggetto a mutazione e cambiamento, potreste arrivare ad accettare la situazione. A permettere che il rapporto col vostro ex lentamente cambi, trasformandosi in una profonda amicizia e in un saldo legame professionale, consci del fatto che nulla di quello che si è vissuto in passato potrebbe mai venire rinnegato. Conosco persone che sono state capaci di farlo, con molta intelligenza, apertura e anche sacrificio, e , in questo modo, bellissime storie d’amore sono finite e diventate altro, ma gli ex compagni non hanno mai smesso di essere vicini, solidali.

Se invece siete umani, gelosi, feriti,incazzati, depressi, arrabbiati col mondo, se ogni mattina quando lo vedete fresco, sbarbato, con una camicia nuova vi viene voglia di picchiarlo, se in ogni istante vi appaiono le orrende immagini di lui a letto col nuovo partner a sussurrargli le stesse parole, a vivere le stesse geometrie di corpi, le stesse esplorazioni, se alzarsi per andare al lavoro diventa un martirio nel nome di un amore finito(per l’altro, ma non per il vostro cuore) , se magari vi basta un gesto involontario per riprendere a sperare che magari tutto torni come prima per poi rimanere delusi e ancora più arrabbiati, beh allora il mio consiglio è quello di fuggire, di rompere la società, o quello che è, di non pensarci due volte e scappare a gambe levate, verso tutte le cose nuove che la vita ha in serbo per voi, appena deciderete di non farvi più del male.

di Francesca Mazzucato