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IO NON DISCRIMINO. E TU?

Amnesty lancia a Padova una serie di iniziative contro ogni abuso, anche quelli contro gay, lesbiche e transessuali. E vista la situazione, ce n’era veramente bisogno. Venerdì concerto di Elisa.

PADOVA – Le azioni di Amnesty International rappresentano per milioni di persone la speranza ultima contro forme discriminatorie, violenze e rischi anche per la propria esistenza. La violazione di diritti elementari non riguarda solamente alcuni stati che mettono alla gogna ogni forma di libertà ma, nelle sue varie rappresentazioni, riguarda l’intero globo. Essenziale per questo ogni azione di visibilità e denuncia che Amnesty International conduce da molti anni.
Quest’anno è partita una campagna di sensibilizzazione, con una settimana di iniziative che in questo momento stanno coinvolgendo la città di Padova. La campagna: “Io non discrimino“, organizzata dalla Sezione Italiana, ha tra i primi obiettivi la raccolta di milioni di adesioni a un appello per contrastare ogni forma di discriminazione e a rispettare e tutelare l’uguaglianza e la dignità di tutti gli esseri umani. Al di là di ogni ottima previsione, sono davvero tantissimi coloro che in questi giorni partecipano non solamente da spettatori a questa “Settimana dei diritti umani”, e la cultura della tolleranza gioca un suo ruolo primario nella sensibilizzazione rivolta ai più giovani. Per questo sono state mobilitate molte strutture scolastiche medie e superiori che portano i ragazzi alla mostra fotografica sul razzismo, alle proiezioni cinematografiche, in particolare quelle basate sull’orientamento sessuale con “They Still smile” di Irina Sizova, e “Paragraph 175” di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, e aprendo sessioni di workshop formativi all’interno delle scuole.
Amnesty International non dimentica in questa settimana le persone perseguitate per il loro orientamento sessuale, convinta da sempre che la popolazione GLBT ha diritto ad una tutela internazionale, vessata come è da aggressioni e violenze condotte spesso da coloro che governano. In più di 70 paesi esistono leggi che puniscono col carcere, ma anche con pene corporali e morte, omosessuali e lesbiche. Pensiamo a molti stati arabi dove omosessualità viene coniugata con immoralità o sessualità malata e distorta. Pensiamo a quello che è accaduto qualche giorno addietro all’Onu: una istituzione internazionale che dovrebbe avere come principio la difesa estrema di ogni diritto umano! In carcere, poi, le cose diventano più drammatiche: detenuti e detenute LGBT sono oggetto di assalti, aggressioni sessuali e torture da parte degli altri reclusi, con la complicità piena delle guardie carcerarie. Amnesty International cita, non a caso, i due paesi che primeggiano in queste violazioni umanitarie: gli Stati Uniti e l’Ecuador. Nel caso dell’Ecuador, la sede centrale di Amnesty International ha redatto un rapporto, dove vengono documenntati più casi di torture, arresti e vari tipi di maltrattamenti usati dalle forze di polizia contro omosessuali, lesbiche e transessuali. Eppure la Carta Costituzionale di quel paese è una delle poche al mondo che tutela la popolazione LGBT ma, per molti funzionari di governo e statali, il concetto di libertà si muta e cammbia in oltraggio alla pubblica moralità e quindi rea di carcere e persecuzione.
Lo scorso anno, proprio il nostro sito, aveva pubblicato a più riprese un rapporto di Amnesty che riguardava ingiustizie e persecuzioni verso la popolazione omosessuale, in ogni angolo del mondo. Il problema principale resta la tutela di diritti negati, anche se esistenti legislativamente, e la paura spesso fondata che ogni denuncia verso questi crimini si trasformino in un boomerang ancor più tragico per quanti cercano di ribellarsi. Nonostante questo, Amnesty riesce ogni anno a raccogliere centinaia di testimonianze sulla persecuzione verso i gay. Punizioni e persecuzioni riguardano ancor maggiormente i transessuali e le lesbiche, i cui comportamenti sono ancor più stigmatizzati e perseguitati, anche usando lo strumento delle torture. Non c’è proprio da stare allegri!
Non manchi il sostegno e la partecipazione a questa settimana contro la discriminazione, in corso a Padova. Venerdì a Prato della Valle la cantante Elisa si esibirà gratuitamente per sostenere la campagna di Amnesty International ma, fino a domenica 4 maggio, proseguiranno conferenze pubbliche, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali. Marco Bertotto, presidente della sezione italiana di Amnesty e Paola Nigrelli, assieme ai molti militanti che si battono per denunciare ogni violazione dei diritti umani porteranno avanti la campagna “Io non discrimino” e questa di Padova ne è esempio miliare.

di Mario Cirrito