Iraq: violenze in aumento anche contro i gay - Baghdad - Gay.it Archivio

Iraq: violenze in aumento anche contro i gay

La violenza quotidiana nella quale vivono i cittadini dell’Iraq vede spesso vittime omosessuali.

BAGHDAD – La drammatica situazione in cui si trova l’Iraq sembra aver aggravato anche le condizioni di vita delle persone omosessuali e transgender che vivono in quel paese. Nel clima generale di violenza diffusa, con rapimenti e omicidi all’ordine del giorno, gli attacchi contro i gay sono in aumento. In un reportage della BBC emerge che diversi cittadini iracheni sono stati uccisi per via del loro orientamento sessuale e che il fenomeno stia aumentando da quando il regime di Saddam Hussein è finito in seguito all’attacco militare della coalizione anglo-americana. Un testimone intervistato dalla rete britannica riferisce che in particolare i più soggetti ad attacchi sono i gay per loro natura effeminati, dunque più immediatamente visibili e vulnerabili, e che un conoscente del fratello avrebbe detto a questi: “Nel caos che c’è adesso potresti cavartela ammazzando tuo fratello senza punizione e liberarti da questa vergogna.” L’intervistato ha anche parlato dell’omicidio di una sua amica transessuale, Dina, uccisa a Baghdad sei mesi fa e poi ha aggiunto: “Saddam era un tiranno, ma avevamo almeno un po’ più di libertà. Oggi i gay sono fatti fuori, senza ragione.”
Un altro gay iracheno, Ahmed, ha preferito espatriare dopo che il suo compagno era stato assassinato. L’uomo si era salvato dall’attacco nascondendosi nei bagni di una palestra lì vicino, decidendo poi di andare a vivere ad Amman, in Giordania. “Ho abbandonato l’Iraq perché la mia vita è in pericolo, in quanto gay.” ha detto Ahmed. Le autorità del paese negano di essere a conoscenza di violenze ai danni di omosessuali, mentre nel sito internet dell’Ayatollah Sistani, membro del clero della Shia irachena, si legge che “coloro che commettono sodomia devono essere ammazzati nel modo più spietato.” Seyed Kashmiri, un portavoce di Sistani, ha fatto sapere che coloro che lo fanno la prima volta non sono messi a morte e che comunque quello che è stabilito in via teorica non necessariamente viene messo in pratica.
Sebbene ci siano pochi dati di fatto accertati circa il trattamento della comunità LGBT durante gli anni che hanno visto al potere il partito Ba’ath alcune fonti sembrano indicare che, perlomeno durante gli anni ’90, una certa vita notturna gay era tollerata e che comprendeva alcuni nightclub e un meeting annuale per transgender. Anche la prostituzione maschile sarebbe stata per la maggior parte lasciata correre e le pene casomai erano modeste, multe o brevi periodi in carcere. (RT)