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IVA ZANICCHI IN TOUR

Intervista alla cantante, presentatrice, politica, in tournée dopo anni di pausa. Prossimamente un nuovo disco. “Lo stato deve andare incontro alle coppie di fatto. Anche la destra”.

MILANO – Dopo anni di televisione ed un po’ di politica, ad Iva Zanicchi è tornata la voglia di cantare dal vivo. Si esibirà tutta l’estate in giro per la penisola. Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di incontrarla per farci raccontare di questo gradito ritorno sul palcoscenico.
Ciao Iva! Dopo tanti anni hai deciso di tornare a fare concerti dal vivo?

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Sì, anche se non ho mai smesso di cantare nelle mie trasmissioni, dopo quindici anni faccio nuovamente una tournèe. È molto stancante, ma stare in mezzo alla gente è molto bello. Torno così alla mia vera passione, la musica.
È stata la tua partecipazione a Music Farm a farti tornare la voglia?
Non avevo mai fatto un reality e da spettatrice ero molto scettica. Poi mi sono resa conto che è un’esperienza durissima ed umanamente molto interessante. Vivi con persone che non conosci, in un ambiente che non è il tuo – anche se non ti manca niente, io ho mangiato come una pazza! – lontano dal mondo esterno, senza tv, giornali, senza telefonino – che poi alla fine ti rendi conto che è una grande schiavitù e basta. Sicuramente mi ha fatto riavvicinare alla musica.
Negli anni ’70 Noschese ti definì il “pollice della canzone italiana” includendoti nella rosa delle cinque maggiori interpreti italiane, con Mina, Milva, la Vanoni e Patty Pravo. Che rapporti hai con loro?

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Abbiamo vissuto un’epoca assieme e, anche a distanza, ci stimiamo molto. Un tempo eravamo in piena attività ed era facile incontrarsi, adesso è molto raro. Mina, per esempio non l’ho più vista. Ornella l’ho incontrata un po’ di più, Patty l’ho vista recentemente. Però – vedi – noi italiani siamo un po’ provinciali. In Francia, per esempio, quando un’artista importante fa uno spettacolo, tutti gli altri alla prima fanno a gara per andare. Da noi siamo un po’ restii. Io sono stata alla prima di Vasco Rossi a Torino, mi guardavano come una marziana però mi sono divertita da matti. Per tornare alle colleghe, ho davvero una grandissima stima di tutte. Con Milva e Patty ho anche un affetto particolare, siamo amiche.
Molti tuoi fans attendono la ristampa di alcuni tuoi Lp storici come “Le giornate dell’amore”, “Confessioni” o “Shalom”, che contengono canzoni che non sono mai state incluse in nessuna compilation, ci sono prospettive al riguardo?

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È vero, non capisco perché nelle compilation mettono sempre gli stessi pezzi, tralasciandone altri molto belli. La colpa è dei proprietari dei nastri, ormai acquistati da un’altra casa discografica. Mi sto adoperando per fare un nuovo disco, degno di questo nome. Magari non venderà una copia ma se credi in quello che fai, se il prodotto è buono, rimarrà nel tempo. La Nava mi ha scritto una bellissima canzone che s’intitola “Io voglio”.
Tra le varie cantanti del passato sei una delle poche che conserva ancora la potenza e la limpidezza degli esordi, come mai non hai mai inciso un solo pezzo live?
Eh sì, hai ragione! Sono una cantante che rende molto di più dal vivo che non in sala d’incisione. Cantare dietro un vetro mi ha sempre fatto un po’ soffrire. A fine tournèe mi piacerebbe fare una tappa in un teatro come lo Smeraldo di Milano, e registrare per un live, ne stiamo parlando. Sai, in questo tour non canto solo le mie canzoni, ma oso andare anche nel repertorio di altri: “Un senso” di Vasco, “Dimmi che non vuoi morire” di Patty, “Solo tu nell’universo” come omaggio a Mia Martini, “Montagne verdi” di Marcella, che si adatta molto a me che ho lasciato i miei monti tanti anni fa.
Tempo fa ti sei candidata alle europee con Forza Italia. Come artista e come donna di politica, cosa pensi della legge sui matrimoni gay recentemente approvata in Spagna?

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È stato un evento straordinario, che può aver scioccato tante persone. Alle cose bisogna arrivarci gradatamente. Io sono per la libertà assoluta, non metto mai nemmeno il guinzaglio al mio cane! Voglio che gli omosessuali, o gay che dir si voglia, abbiano l’opportunità di vivere la propria sessualità e la propria vita come meglio credono. Lo stato deve andare incontro assolutamente alle coppie di fatto. Ci sono persone che convivono da una vita. Un mio amico ha un compagno da trentotto anni ed è fedelissimo. Perché non deve avere dei diritti in caso che uno dei due muoia, come godere della pensione e delle cose che insieme hanno costruito? Non si può rischiare che i parenti arrivino come dei falchi e portare via tutto. Sono d’accordo quindi a regolarizzare le unioni. Da qui a parlare di figli ho però qualche perplessità. Non perché due uomini o due donne non ne siano capaci, ma penso che un bambino piccolo abbia bisogno forse di avere una mamma ed un papà. Insomma è un po’ presto parlare di questo.
Ultimamente alcuni esponenti del tuo partito come Bondi, pare abbiano dimostrato un minimo di apertura nei confronti del PaCS. Altri esponenti della Casa delle libertà come Giovanardi e La Russa si sono espressi in modo molto contrario. Credi quindi che la destra possa aprirsi a questa cosa?
Penso di sì, ci sarà assolutamente un’apertura e mi preoccuperei poco. Quando è il momento che devono succedere delle cose, queste succedono. Se poi La Russa la pensa in un modo e Pinco Pallo in un altro, non è importante. Questa degli omosessuali è un’esigenza, non si tratta di capricci. È umano e giusto che questo accada, se un politico o un altro hanno delle perplessità, queste cadranno. L’ostacolo più duro, se vuoi, è la chiesa. Io sono cattolica, ma sto vivendo con una grande sofferenza e mi sento discriminata perché voglio avvicinarmi ai sacramenti e non lo posso fare poiché un anno fa ho divorziato. Questo mi pesa molto. Se ho divorziato alla mia età ci saranno dei buoni motivi, non è perché mi voglio risposare, ma do’ vado?! Anche la chiesa dovrà quindi, con magnanimità, venire incontro a persone come gli omosessuali o i divorziati.
Ho letto che tu sei andata lo stesso a votare agli ultimi referendum, nonostante gli appelli della chiesa.
A me hanno insegnato che a votare ci si deve andare, poi come voto sono cavoli miei! Non ubbidisco se un cardinale mi dice di non andare. Ci sto male ma vado – pazienza! La chiesa ha il suo ruolo, è normale che dica il suo pensiero. Però dovrebbe, secondo me, capire ed allargare le sue idee perché siamo nel duemila.
Ad un tuo talk show negli anni novanta, un ragazzo in studio si dichiarò omosessuale in diretta tv, mentre era al telefono con la madre, che impressioni conservi dell’evento?
Mi ricordo, molte volte ho ospitato anche ragazzi che raccontavano la loro esperienza, con coraggio devo dire. Adesso è più facile parlarne. Molti miei amici e collaboratori sono gay. Il mio parrucchiere, che mi segue da diciotto anni ed è come un figlio per me, è dovuto venire via dal suo paese perché non l’ha mai confessato neppure ai suoi genitori. Ha sofferto molto, ma adesso si è liberato, ne parla più serenamente, ha un compagno da qualche anno, è felice. Insomma i tempi sono cambiati. Io non amo certi eccessi, essere gay deve essere un fatto assolutamente normale. Dobbiamo arrivare a questo.
Sei sempre stata politicamente orientata verso la destra oppure da giovane eri un po’ più a sinistra?
Vengo dall’Emilia, quindi puoi immaginare, quando ero ragazzetta si era per la Lollobrigida o per la Loren, per Coppi o per Bartali, eri democristiano o eri comunista. Io ero per Sofia Loren, per Coppi e per la Democrazia Cristiana, ma per scelta così, casuale, magari perché avevo delle amiche che la pensavano così. Onestamente comunista non lo sono mai stata, i miei nonni erano socialisti, le donne invece nel paese, per contrappeso, erano tutte di chiesa ed il prete ci diceva che se non si votava la DC andavamo all’inferno, così noi votavamo.
Iva vuoi aggiungere qualcosa?
Un saluto affettuosissimo, venite a sentirmi ed aspettate il mio disco che sarà bellissimo!

Per le date del tour www.ivazanicchi.it
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di Francesco Belais