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Karl delle mie brame

Fu lei ad organizzare, insieme a Vlamidir Luxuria, il primo gay pride nazionale. Da quel lontano 1994 ne ha fatta di strada. Fino a fondare la prima accademia per aspiranti drag. La Karl du Pignè.

Com’è stato aver dato vita al primo gay pride italiano nell’ormai lontano 1994 insieme all’on.Luxuria?
Dare vita al primo Gay Pride è dire forse troppo: mi sentirei la madre di tutti i Gay Pride e farei la brutta fine di Caterina, madre di tutte le Russie, che ha avuto la grande fortuna (io no) di farsi tutti i cosacchi che voleva ma per il resto solo tante responsabilità. Indubbiamente la scintilla di organizzare quella manifestazione nacque proprio assieme a Vladimir Luxuria, che, per inciso, persona onorevole è stata sempre. Non crediate però che sia stato facile ed automatico. Quando, in una delle riunioni del Circolo Mario Mieli, fu proposto di fare il Pride a Roma, ci guardarono tutti/e come se fossimo due pazze in cura al DSM che avevano dimenticato di fare le terapie. Però la spuntammo e tutti/e, non solo noi due, abbiamo vinto una scommessa che ai tempi sembrava veramente più grande di noi. Ricordo ancora con orgoglio e un misto di tenerezza e soddisfazione il primo corteo, il primo palco quasi improvvisato e l’urlo dei primi diecimila e passa gay, lesbiche e trans che parteciparono al Pride del ’94.

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Dì la verità: stai pensando anche tu alla carriera politica dopo aver visto che show si possono metter su, eh?
Voi siete pazzi: non ho mai avuto questa ambizione! La politica non è roba per me, almeno in termini di professione. E di show, rassicuro tutti quanti, ne faccio di altro tipo con mia estrema soddisfazione.

Sei drag a tempo pieno o hai anche un lavoro in borghese?
Da qualche anno mi dedico in particolar modo all’organizzazione di serate con drag queen show (da cui il nome del nostro sito www.dragqueenshows.com che presto diventerà un mega sito sul mondo delle drag queens) ma sono anche segretario politico del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma.

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Che consiglio daresti ad una drag alle prime armi? Ci sono errori che eviteresti o strade diverse che prenderesti se potessi tornare indietro nella tua carriera?
Mi risulta difficile dare consigli in tre righe per chi vuole muovere i primi passi nel mondo coloratissimo delle drag queens. Potrei consigliare a tutti/e un cocktail composto da ambizione, voglia di imparare, capacità di "rubare" dagli altri (mi riferisco in particolare al trucco e ai costumi), estro nel creare un personaggio "unico", specializzazione in quello in cui si riesce meglio (inutile tentare di fare Madonna se si assomiglia di più a Rita Pavone o imitare i balletti di Britney Spears se il risultato fa pensare di più a un ciocco di legno). Anche un po’ di umiltà non guasterebbe… La miscela se la troverà ognuno/a secondo temperamento e carattere.
Quanto agli errori o alle strade diverse, anche qui riassumere diventa complicatissimo. Diciamo che alcuni vicoli ciechi ci sono stati e che, in generale, dagli errori si trae insegnamento. D’altronde uno è quello che ha fatto, quindi… (santa Karl, rischio di passare per una buonista!)

Sei una delle fondatrici del mitico Drag Queen College. Ce ne parli?
Grazie per il "mitico". In realtà si è trattato di un’operazione quasi naturale. Ad un certo punto, nel mio mondo ho notato una mancanza, un luogo dove le drag queens o chi ne volesse far parte potessero chiedere informazioni, avere indirizzi, suggerimenti, proporsi. Da qui l’idea di un college, un corso veloce e di "infarinatura", dove imparare i primi rudimenti di un’arte che non si esaurisce certo in una tre giorni ma che serve a dare un’idea di che cosa è una drag queen, cosa andrà a fare e come lo farà. Il corso prevede delle lezioni intensive di trucco, di portamento, di  come si tiene a posto una parrucca, piccole lezioni pratiche di sartoria (come far diventare drag anche un semplice abito nero a tubino oppure come si smonta una poltrona di plastica e la si fa diventare un abito favoloso!) fino ad arrivare alla parte del palco (come fare una presentazione, i primi rudimenti di playback). Must di tutto il corso ma anche della possibile futura carriera di drag queen è ovviamente non prendersi troppo sul serio: restiamo adesso e per sempre degli uomini che si travestono da improbabili donne. Come mi piace sempre ricordare, sembriamo tutte figlie esagerate di Moira Orfei.

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In cosa sei impegnata al momento? Progetti?
Tra i progetti in corso primo tra tutti il prossimo Drag Queen College, poi il prossimo SanremoDrag e naturalmente, ma questo al momento resta il sogno nel cassetto, poter aprire finalmente a Roma un locale Drag Queen  a 360 gradi.

Leggendo dal tuo sito si capisce che sei una veterana, in tutto e per tutto, di questo pazzo mondo gay: come siamo cambiati? sei di quelle che parlano del passato cominciando con "Aahh, ai miei tempi era meglio…"?
A volte  mi viene da dire che "si stava meglio quando si stava peggio" ma in generale non è così. Facendo riferimento a me, certo, adesso i ventenni impazziscono per Britney Spears e io a venti anni impazzivo per Annie Lennox e gli Eurythmics, quindi come si dice –  appreciez la difference! – però questa è una considerazione molto limitata. In generale il mondo gay è più attento, più preparato politicamente e adesso più che mai anche più arrabbiato per le continue discriminazioni a cui viene quotidianamente sottoposto. Negli anni Settanta era già un miracolo dire che si era gay, adesso i gay scendono in piazza per manifestare e facciamo un milione di persone. Appreciez la difference!

www.lakarldupigne.com
www.dragqueenshows.com
www.chezlakarl.com
www.dragqueencollege.org

 

di Gian Luca Pacini