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König sorprende ancora con il suo “Si stenda, prego”

Recentemente tradotto e pubblicato da Kappa, “Si stenda, prego” del fumettista gay tedesco ne riconferma il talento e l’innato umorismo che lo rendono un’icona, non solo per i gay.

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Probabilmente, se si dovesse scegliere il fumettista gay dichiarato che meglio rappresenta l’evoluzione della condizione omosessuale nella società occidentale, la scelta dovrebbe cadere sul tedesco Ralf König. Per tantissimi motivi. Il primo è che ha realizzato fumetti gay fin dagli esordi della sua carriera negli anni ’80, riflettendo di anno in anno i cambiamenti della realtà gay, filtrandone luci e ombre attraverso la sua dissacrante ironia. Il secondo è che non ha mai realizzato fumetti esclusivamente gay, visto che nelle sue storie ha sempre giocato un ruolo importante il rapporto fra i personaggi omosessuali e il mondo etero circostante. Il terzo è che lui stesso, in quanto autore gay dichiarato di successo, è diventato la prova vivente  dei cambiamenti della società, trasformandosi in un’icona culturale anche per il mondo etero senza mai rinnegare il suo status di icona a tutto tondo per il mondo gay.

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Non è certo un caso se una sua foto, che lo coglie in un momento di tenerà intimità, campeggia sulla copertina dell’ottava edizione dell’annuario omoerotico tedesco "Mein schwules Auge" (Il mio Sguardo Gay), recentemente pubblicato dalle edizioni Konkursbuch. Inoltre non bisogna dimenticare che Ralf König ha contribuito a sdoganare ampiamente le tematiche omosessuali nel mondo del fumetto in senso lato, arrivando a ricevere dei premi persino in Italia a Lucca Comics, dove è stato anche gradito ospite qualche anno fa. Come se tutto ciò non bastasse bisogna prendere atto del fatto che si diverte ancora tantissimo a fare il suo lavoro, e che ultimamente ha deciso di concentrarsi sempre di più sulle tematiche omosessuali intese come un ingrediente essenziale, ma non centrale, delle sue storie. Nel senso che, sempre più spesso, nei suoi lavori i personaggi etero ed omosessuali tendono ad avere lo stesso peso narrativo, anche se – ovviamente – il punto di vista gay continua ad avere uno spazio privilegiato.

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Proprio in questa nuova tendenza si inserisce un volume che l’autore ha realizzato nel 2007 e che è stato recentemente tradotto in italiano da Kappa Edizioni: "Si stenda, prego". Martin è un piacente contadinotto tedesco, un po’ sgrammaticato, che si è stancato di vivere isolato nelle campagne, coltivando la sua passione per le piste di automobiline giocattolo. Un po’ ingenuo e sprovveduto decide di andare una settimana a Berlino, per fidanzarsi con una ragazza che ha conosciuto su internet, ma rimane presto disilluso. Silke, invece, è una psicoterapeuta emancipata e post femminista, con un matrimonio fallito alle spalle e un figlio preadolescente non proprio sveglio, inoltre ha appena scoperto che il suo ragazzo portava avanti una relazione anche con altre due donne, e che aveva deciso di creare una specie di harem. Per fortuna, però, Silke può anche contare sul supporto morale del suo migliore amico gay, e segretario tuttofare, Berthold.

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Caso vuole che Berthold si trovi a fare le pulizie nello studio di Silke proprio mentre si presenta Martin, che continua a rimanere deluso dalle ragazze berlinesi e comincia a pensare di essere lui ad avere dei problemi con le donne. Martin, forse in maniera non proprio disinteressata, decide di fingersi lo psicologo titolare dello studio, ma mentre ascolta Martin riflette sul fatto che potrebbe essere proprio il genere di persona che potrebbe servire alla sua amica Silke. Così, all’insaputa dell’amica, si organizza con Martin per farli incontrare e in effetti i due si piacciono e iniziano a frequentarsi, anche se inizialmente solo per fare sesso. Le cose si complicano quando i due scoprono che in effetti potrebbe non essere solo una questione di sesso, anche se sono due persone diversissime, il tutto mentre Silke comincia a sospettare che questa conoscenza non sia stata esattamente fortuita.

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Come sempre è difficile riassumere in poche righe un volume di Ralf König, i suoi molteplici livelli lettura, i numerosi spunti di riflessione che offre e la sua capacità di coinvolgere il lettore pagina dopo pagina… Tuttavia è innegabile che, anno dopo anno, questo autore non perde smalto e – anzi – continua a trovare nuovi stimoli per realizzare delle storie che, pur attraverso il filtro di un graffiante umorismo, riescono nel difficile compito di descrivere gli umori e le situazioni della società in cui tutti viviamo, gay e non. L’unico difetto dei fumetti König, in effetti, è che dopo averne letto uno se ne vorrebbe leggere subito un altro. 

di Valeriano Elfodiluce