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L’Associated Press vieta ai reporter di usare “omofobia”

Secondo l’agenzia di stampa internazionale, la parola “Omofobia” per descrivere l’odio contro i gay sarebbe inadatta: “Fobia indica un disordine mentale, non è adatta a contesti sociali e politici”.

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L’agenzia di stampa internazionale Associated Press ha deciso di vietare ai propri giornalisti l’uso delle parole "omfobia" e "transfobia". Nell’ultima edizione del suo Stylebook, che annualmente detta il linguaggio che i reporter dell’agenzia sono tenuti ad utilizzare, elimina anche la parola "islamofobia" e la locuzione "pulizia etnica" ritenuta un’eufemismo.
Secondo quanto stabilito dell’AP, che ha 3400 reporter in tutto il mondo, "fobia" non andrebbe usato in contesti sociali ep olitici perché si riferisce ad "una paura irrazionale, spesso una forma dimalattiam entale".
"Una fobia è un termine medico o psichiatrico per un grave disordine mentale – scrive il responsabile degli standard di AP Dave Minthorn -. Questi termini sono stati usati molto in passato e non riteniamo che siano corretti".

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"Specialmente omofobia è semplicemente fuori luogo. E’ ascrivere una disabilità mentale a qualcuno e suggerisce una conoscenza che non abbiamo. Appare inaccurato. Dovremmo usare, invece, qualcosa di più neutrale, come anti-gay o qualcosa del genere".
La scelta dell’AP non tiene conto di tutti gli studi usciti negli ultimi anni secondo i quali l’omofobia è spesso frutto di omosessualità repressa o paura di ciò che non si conosce (come dimostrano i tanti luoghi comuni e stereotipi cui spesso si appellano le persone omofobe) e che, in quanto diverso, provoca reazioni irrazionali. Per queste ragioni il termine "omofobia", proprio come "xenofobia", viene utilizzato per identificare chi manifesta odio contro le persone lgbt.