L'Ordine degli Psicologi: "Basta parlare di gay come di malati". - psicologi LEGGEBASE 1 - Gay.it Archivio

L’Ordine degli Psicologi: “Basta parlare di gay come di malati”.

Che l’omosessualità possa essere “curata” è una delle teorie più frequentemente addotte dai detrattori della legge sull’omofobia. Il presidente dell’Ordine degli Psicologi, però non ci sta.

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“E’ gravissimo che i detrattori della legge anti-omofobia ripropongano, tra le altre, l’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare e, di conseguenza, che l’orientamento omosessuale sia da modificare, contraddicendo palesemente quanto, invece, da anni sostiene la comunità scientifica internazionale che, a ragione, ha da tempo rigettato le cosiddette terapie di conversione e riparative”. Così Il presidente del Consiglio Nazionale del’Ordine segli Psicologi Giuseppe Luigi Palma tenta eliminare dalla discussione sulla legge contro l’omofobia almeno l’argomentazione della presunta malattia. “Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare – continua Palma -, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca”.

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“Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno – conclude Palma – che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa’ dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso di disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali”.
“Il vizietto di confondere scienza e fede o, peggio, di far passare come scientifici pregiudizi sociali o religiosi – commenta Franco Grillini, presidente di GayNet – costituisce un atto di indiscutibile disonestà che se compiuto da professionisti persino iscritti all’albo va segnalato come abuso e perseguito come tali. Piuttosto c’è da chiedersi se non ci sia qualcosa di malato – conclude – in tutte quelle persone che dedicano il loro tempo a insultare milioni di cittadini che chiedono solo dignità e uguaglianza nel diritto e nei diritti”.