Vivere in una famiglia fondata su un raporto gay è dannoso per un bambino? Chi lo sostiene non si basa su "certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". A dichiararlo non sono le associazioni lgbt, nè alcune coppie gay nel tentativo di vedersi riconosciuto il diritto alla genitorialità, ma la Corte di cassazione con una sentenza, la numero 601, emessa sul ricordo di un uomo che contestava l’affidamento esclusivo della figlia all’ex moglie perché questa è andata a convivere con un’altra donna con la quale ha una relazione sentimentale. L’uomo, per avvalorare la sua teoria, si è appellato all’art. 29 della Costituzione che parla di "diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
Già la Corte d’Appello di Brescia aveva espresso parere negativo davanti alle richieste dell’uomo chiedendo un’argomentazione specifica che dimostrasse l’eventuale danno subito dal minore che vive con una coppia gay.
Ora, la Cassazione, nello specifico la Prima sezione civile presieduta da Maria Gabriella Luccioli, conferma la sentenza di secondo grado e respinge definitivamente il ricorso del padre della bambina perché alla sua base "non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". "Si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare – argomenta Luccioli -, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che comunque correttamente la Corte d’appello ha preteso fosse specificamente argomentata".
"Ancora una volta, un tribunale italiano da ragione alla famiglia composta da persone dello stesso sesso" è il commento di Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay. "E’ l’amore che cresce un figlio o una figlia, non l’orientamento sessuale dei genitori – continua Romani -. Quello di oggi è un pronunciamento istituzionale storico che da un assist formidabile alla futura maggioranza per legiferare finalmente per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie". "I partiti politici prendano finalmente atto di questa sentenza – conclude -e adeguino i loro programmi e le loro prospettive ad una realtà che orami non può essere lasciata senza tutele e normative".
Per l’associazione radicale Certi Diritti si tratta di "un altro passo avanti verso la parità". "Questa posizione non è nuova da parte dei giudizi italiani – scrive in una nota il segretario Yuri Guaiana -, ma è molto importante che vi sia stato un riconoscimento da parte della Corte di Cassazione. Chiediamo ai candidati al prossimo parlamento di prendere nota di questa sentenza, e di agire di conseguenza, facendo sì che Camera e Senato la smettano di non guardare alla realtà dei fatti e comincino invece a operare solo sulla base della stessa".
"La Cassazione torna a far felici le famiglie gay e lesbiche – agguinge Andrea Maccarrone, presidente del Circolo Mario Mieli – spazzando via le odiose ed intollerabili menzogne di quanti continuano ad usare impropriamente la Costituzione per negare i diritti alle coppie formate da persone dello stesso sesso".
"La sentenza storica non potrà essere ignorata o mistificata – conclude Maccarrone – e seppellisce in un colpo solo l’ignoranza della politica d’accatto che ripete strumentalmente falsità sulle famiglie omogenitoriali". Un commento arriva anche da Adriano Bartolucci Proietti, presidente nazionale di Gaycs. "La stagione dei diritti per tutti è oramai alle porte del nostro Paese – dice Bartolucci Proietti – e le istituzioni dovranno affrontare e risolvere ogni forma di deficit. E’ ora di cambiare, è ora di riconoscere l’equiparazione di ogni dirittoanche quello di crescere i figli, a ogni tipo di coppia, anche gay".