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La Chiesa cattolica svizzera: siamo aperti a tutti, nessuno escluso

La presa di posizione arriva dopo le dichiarazioni omofobe di un vescovo

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Dopo il clamore suscitato dal discorso di Vitus Huonder, vescovo di Coira, una cittadina della Svizzera orientale, a fine di luglio, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CES) è stata costretta a prendere posizione con un comunicato pubblicato il 3 settembre, al termina della loro 309a assemblea ordinaria. Il 31 luglio scorso, durante un congresso di cattolici integralisti, il vescovo di Coira aveva infatti citato due passaggi della Bibbia che condannavano l’abominio dell’omosessualità e giustificavano la condanna a morte delle persone omosessuali. Le sue dichiarazioni avevano scatenato molto dibattito in Svizzera e indotto diverse persone a presentare denuncia contro lo stesso vescovo.

La Chiesa – si legge nel comunicato – è aperta in ugual modo a tutti gli uomini. La Chiesa accoglie incondizionatamente tutti gli uomini per la loro dignità intangibile di fronte a Dio, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. I membri della Conferenza Episcopale sono coscienti di dover trovare dei percorsi capaci di esprimere questa convinzione”.

Il comunicato precisa anche che il vescovo Vitus Huonder ha parlato davanti ai membri della CES: “Il vescovo Huonder ha ribadito ai membri della CES che recentemente si è espresso con due prese di posizioni scritte: non ha mai avuto né l’intenzione né la convinzione di proporre la pena di morte per gli atti omosessuali. Ha espresso le sue scuse per gli equivoci ha cui ha dato luogo lui stesso, probabilmente per le sue spiegazioni insufficienti, durante questa conferenza”.