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LA CHIESA NON RISPONDE

Questo l’esplicito titolo di un saggio di Natale Benazzi da poco in libreria. Cinquanta domande che vengono ignorate dalle gerarchie vaticane. E ci sono anche quelle sull’omosessualità.

È in libreria in questi giorni il saggio di Natale Benazzi dal titolo La Chiesa non risponde. 50 domande scottanti ancora senza risposta, pubblicato per i tipi della Piemme e con una prefazione di Marco Politi (che nel 2000 pubblicò La confessione. Un prete gay racconta la sua storia). Si tratta di un libro che denuncia la morte della teologia e il silenzio della Chiesa su alcune questioni aperte del cattolicesimo e della vita cristiana. E a giudicare dalle vendite di questi giorni, sembra un libro destinato al successo.
Scopo del libro – che l’autore stesso definisce difficile e pericoloso (pag. 14) – è quello di “riportare domande che sono variamente poste, spesso anche da gente che non conosce la teologia nel suo rigore, ma che pure ha fede, o interroga la fede, o è in cammino verso la fede” (pag. 23, nota 1) e di fornire delle risposte che non siano prefabbricate (pag. 9). Le domande che l’autore – teologo ed autore di libri di successo – si pone, “sembrano tante, ma in ultima analisi credo che i problemi in gioco si possano laicamente ridurre a tre”, dice Politi nella prefazione. E continua: “Ognuno aperto a sviluppi che interessano altre tematiche. Il concetto di potere. Il concetto di natura. Il concetto della ragione” (pag. 7).
E fra le domande alle quali Benazzi cerca di dare risposta ce ne sono diverse che riguardano il mondo omosessuale. Dopo una risposta più che altro filosofica, sul tema della “natura” e sulle sue conseguenze – legge di natura, diritto naturale, metodi naturali, peccati contro natura… – (pagg. 68-73) e un accenno veloce alle coppie di fatto (considerate solo nell’ottica eterosessuale) (pagg. 93-97), l’autore tenta di rispondere a delle domande che riguardano direttamente l’omosessualità.
La prima è così formulata: “Tra giri e rigiri di parole, tra pastori che ‘comprendono’ e altri che ‘non transigono’: i conviventi, gli omosessuali, i transessuali, sono ancora considerati pervertiti, immorali e ‘contro natura’?” (pagg. 98-101). L’autore con amarezza nota che, purtroppo, a questa domanda la Chiesa risponde in maniera molto precisa, con un sì categorico. E dice che fuori dalle dinamiche proprie della chiesa istituzionale “le voci di alcuni pastori e confessori parlano diversamente; e ciò ingenera confusione e, soprattutto, speranze (inutili?). La speranza che la parola del Magistero non sia ancora definitiva; la speranza che abbiamo udito male; la speranza che un giorno la Chiesa sarà più aperta. Siamo cresciuti con queste speranze. Ma non si può restare ancora a lungo e in attesa” (pag. 98).
Interessante la domanda – e la relativa risposta – sul perché la Chiesa faccia discriminazioni riguardo alle tendenze sessuali (pagg. 101-105). Benazzi, per rispondere, esorta a rileggere l’episodio biblico di Sodoma, che è “il luogo in cui un intero popolo vuole ‘abusare di un angelo’. Si torni a leggere per bene quel testo, tanto citato e, come spesso accade, poco conosciuto: il vero abitante di Sodoma è colui che usa violenza nel mondo dello spirito”. E continua: “Ci sembra che la domanda sulla discriminazione delle tendenze sessuali andrebbe ripensata e riproposta in modo diverso, per essere più chiara e più leggibile; e non parlando, se possibile, di differenze fra le “tendenze sessuali”, ma di “modalità sessuali della relazione”, che possono essere omo ed etero, ma sempre nel rispetto dell’altro” (pagg. 102-103).
Citando vari documenti del movimento omosessuale europeo, poi, fornisce elementi per rispondere alla spinosa domanda: “Che dire alle persone omosessuali? Che la condanna di Sodoma è ancora viva? O ribadire che la Chiesa distingue fra omosessualità (che condanna) e tendenza omosessuale (che comprende)? E come farebbe a distinguere?” (pagg. 105-113).
Affronta poi il problema dell’uso dei preservativi per frenare l’AIDS (pagg. 113-116), e torna a parlare dell’omosessualità, soffermandosi in modo particolare su quella dei preti e delle monache, dei monaci e delle monache (pagg. 176-179) e sull’eventuale “scandalo” di essere prete e gay (pagg. 179 -181).
Un libro provocatorio e anche coraggioso. Un libro che non dà risposte, quello di Natale Benazzi, perché le domande che si pone si collocano in una traiettoria di presente-futuro del cattolicesimo. Un libro che, seppur nella limitatezza di un “prontuario” che ricorda molto – troppo! – i testi di catechisimo, ha senza dubbio il merito di far pensare, e di aprire, si spera, una discussione all’interno della Chiesa, intesa come comunità di persone e non come gerarchia di poteri. Un libro che contiene dei forti asserti, grondanti speranza. Con uno di questi concludiamo: “Quando vescovi, parroci, suore, segretari dei consigli pastorali, catechisti siederanno a tavola con divorziati, prostitute, conviventi e gay; quando vi siederanno non perché costoro hanno deciso di redimersi, ma semplicemente perché li vogliono incontrare, perché li vogliono ascoltare senza paure – quando Gesù sedeva tra i pubblicani e le peccatrici, non aveva paura! -: allora nascerà nella Chiesa un modo diverso di porsi le domande sui figli che abitano i confini fra Legge e Passione. Quei confini saranno sempre sottilissimi; poiché sottile è la distanza tra la Giustizia e l’Amore. Il Vangelo non è mai ambiguo; eppure, nella risposta che Gesù dà alla peccatrice – ‘Ti è stato molto perdonato, perché hai molto amato’ – vi è una sottile indeterminatezza: dove aveva abitato quel ‘molto amore’?” (pag. 112).
Natale Benazzi
La Chiesa non risponde. 50 domande scottanti ancora senza risposta
Prefazione di Marco Politi
Piemme, Casale Monferrato 2004
pp. 204, costo euro 12,90

di Roberto Russo